Non so cosa pensare di un annuncio che ho sentito con le mie orecchie in un supermercato romano di Carrefour. Sopra i 50 euro di spesa se pagate con carta di credito potrete dilazionare in tre rate l’importo a tasso zero. Più o meno questo l’annuncio che un caro amico mi aveva anticipato nella mia incredulità. Oltre al pensiero, di getto possiamo dire tre cose. La prima è evidente: la crisi, quella che non si misura con i dati sul Pil, la fiducia dei consumatori e le previsioni del Fondo monetario internazionale, non è finita. Poco da aggiungere, se non che l’ultima volta che ho visto beni di largo consumo (mutande e giocattoli) venduti a rate era nel 1998 in Argentina prima del default, rischio che il nostro paese non corre certamente ma sei milioni di famiglie povere sì. La seconda riflessione è che questa pur lodevole iniziativa della grande catena di supermercati francesi va sì incontro a chi è in difficoltà, ma forse lo induce a spendere più di quel che può. E alla fine potrebbe essere controproducente per chi utilizza la dilazione di pagamento.
La terza è come se fosse suonata la campanella dell’ultimo giro ai 10.000 metri: quando finiremo tutti di accapigliarci su questioni non fondamentali come la legge elettorale, l’atomizzazione del centro sinistra e tanta, troppa, politica inutile e autoreferenziale? Il tempo per riconnettere dibattito lunare a paese reale sta scadendo.
Le priorità dovrebbero essere altre. Arginare il montante ritorno del razzismo che si aggrappa alle zanzare pur di aver ragione, mettere a punto un vero piano di accoglienza dei migranti, sostituire con aiuti pubblici questi interventi privati a favore di chi non riesce ad andare avanti.
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