Come spariti. Inghiottiti nei freddi numeri del Viminale. Anche se sappiamo bene che sono sempre in movimento, spesso bloccati nei centri di accoglienza-detenzione situati in Libia. Gli ultimissimi dati del ministero degli Interni certificano il brusco stop degli sbarchi e dei salvataggi dei migranti. All’11 settembre gli arrivi sulle coste italiane, rispetto allo stesso periodo del 2016, sono diminuiti di quasi il 20%, da 124.641 a 100.304. Un vero crollo, dovuto evidentemente sia al Codice di condotta, sottoposto dal Viminale a tutte le Ong, alcune delle quali non hanno firmato il protocollo, come Medici Senza Frontiere, sia agli accordi con Libia e Egitto da parte dei paesi europei più interessati ai flussi migratori, sia alle condizioni meteo di questi giorni.

Ad ogni modo fanno riflettere i dati, dopo che per mesi tutti temevano un raddoppio degli sbarchi rispetto a un anno fa, quando nel week end del 29 giugno si raggiunse la cifra record di oltre 10.000 salvataggi. In particolare da fine agosto (il 30 e il 31 quest’anno ci sono stati 704 migranti sbarcati contro gli 8.545 negli stessi due giorni del 2016) a ai primi dieci giorni di settembre la curva è diventata piatta (http://www.interno.gov.it/sites/default/files/cruscotto_giornaliero_11_settembre_2017.pdf) e il trend in discesa è confermato.

In tutto agosto 2017 sono arrivati nei nostri porti 3.914 immigrati contro i 21.294 di dodici mesi fa e a luglio erano già calati a quota 1.145 contro 23.552.

I porti più interessati quest’anno dagli sbarchi sono Augusta (14.344 arrivi), Catania (12.896), Pozzallo (10.048), Reggio Calabria (7.173), Trapani (6.584), Lampedusa (6.088), Vibo Valentia (5.804) e Palermo (5.803)