Quando lavorano, gli immigrati sono fondamentali per le casse dello Stato: la conferma di quanto in molti sostengono, non ultimo la stessa LaNuovaEuropa.it, arriva dal presidente dell’Inps, Tito Boeri. La chiusura delle frontiere, tema caldissimo in questo momento di forte tensione in Europa per lo sbarco di 85.000 persone in Italia nel 2017, per i prossimi 22 anni comporterebbe un saldo negativo per le casse dell’Inps di 38 miliardi.
Nella relazione di accompagnamento al rapporto annuale dell’Istituto di Previdenza si legge che gli stranieri « offrono un contributo molto importante al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale e questa funzione è destinata a crescere nei prossimi decenni » man mano che si riducono le generazioni dei giovani italiani che entrano nel mercato. Compensano, in pratica, il calo delle nascite italiane.
La chiusura delle frontiere agli extracomunitari, secondo Boeri, significherebbe, a prezzi costanti 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate agli immigrati con un saldo netto negativo di 38 miliardi per l’Inps. La simulazione è stata fatta sulla base di una riduzione media ogni anno di 80.000 persone nei prossimi 22 anni.