Il Rapporto 2017 dell’Osservatorio sul rispetto dei diritti fondamentali in Europa, istituito presso la Fondazione Basso, viene diffuso in un periodo in cui – all’esito delle elezioni svoltesi in Olanda e in Francia, che hanno visto sconfitti i partiti antieuropei – sembra profilarsi la ripresa di un confronto politico sul futuro dell’integrazione europea, finora soffocato, da un lato, dalla ribadita necessità del mero rigore di bilancio quale unica regola della politica economica europea e, dall’altro, dalla rivolta “sovranista” contro un’Unione ritenuta incapace di garantire sicurezza e uguaglianza di opportunità ai propri cittadini.

Si apre qualche speranza di superamento del cupo scenario degli ultimi anni, segnato da molteplici crisi politico-istituzionali: da quella greca, ancora irrisolta, connessa com’è alla crisi della governance dell’eurozona e del debito sovrano, a quella da ultimo determinata dalla decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione europea, mentre permane l’incapacità di questa ad adottare qualsiasi razionale politica comune in materia di immigrazione e di asilo, pur esplicitamente prevista dai Trattati come fondata sul principio di solidarietà[1], fino ad affidarsi al preoccupante accordo con la Turchia. L’Unione europea non solo ha assistito senza reagire alle persecuzioni di magistrati, avvocati, giornalisti, docenti universitari, funzionari pubblici e semplici cittadini, che si compiono impunite in quel Paese, cui ha affidato la sorte di migliaia di persone disperate che fuggono dalla violenza della guerra e dalla fame, ma ha esitato persino a reagire alla violazione dei suoi stessi principi fondamentali parte dei governi di Paesi membri, come l’Ungheria e la Polonia.

Si invertirà la tendenza a questa sorta di “decostituzionalizzazione”, che sembra contraddire il lungo cammino avviato con l’approvazione della Carta dei diritti fondamentali e poi con la sanzione della sua efficacia vincolante[2]? E’ quanto dobbiamo sperare che avvenga e contribuire a realizzare, per assicurare il nostro futuro.

Nonostante lo scenario grave e preoccupante, cui ho fatto cenno e che potrebbe arrivare a indebolire anche il quadro normativo europeo, questo, nel suo complesso, ha retto e offre tuttora tutele e garanzie che non hanno paragoni nel resto del mondo, grazie soprattutto ai suoi giudici, che ne assicurano l’effettività.

Il Rapporto dell’Osservatorio, riferito all’anno 2016, presenta una significativa selezione della giurisprudenza già inserita nel sito www.europeanrights.eu , che raccoglie e presenta in tre lingue gli atti rilevanti per la protezione dei diritti fondamentali nell’ambito dell’Unione: le decisioni delle due Corti europee e dei giudici nazionali, ma anche le norme europee, le risoluzioni e raccomandazioni delle istituzioni europee, articoli, studi e commenti. Nel sito vengono anche segnalate alcune fra le più significative decisioni di Paesi extraeuropei su temi importanti per la cultura dei diritti umani. Una Newsletter puntualmente pubblicata ogni due mesi nelle tre lingue del sito aggiorna su tutte le novità. La classificazione di tutti i documenti avviene sulla base degli articoli della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e consente così di individuare agevolmente tutti i documenti riguardanti ogni singolo diritto e valutarne l’attuazione.

In effetti, la ragione che ha mosso questa impresa, avviata undici anni fa – che si avvale del costante contributo volontario e gratuito di pochi appassionati collaboratori – è stata quella di diffondere la conoscenza della Carta dei diritti fondamentali e della sua concreta applicazione, nella consapevolezza che, come ci insegnano le tragedie della nostra storia, senza una dimensione sovranazionale non è assicurata l’effettività dei diritti fondamentali e, soprattutto, nella consapevolezza che la Carta rappresenta la sintesi di una cultura europea dei diritti che tende a proteggere la vita dignitosa di ogni essere umano.

Il Rapporto, che ha carattere divulgativo senza nessuna pretesa di completezza, dà conto delle decisioni più significative dello scorso anno, sforzandosi di accennare al caso deciso più che alle complesse questioni affrontate dai giudici.

Le sentenze e gli altri documenti menzionati nel Rapporto sono ordinati secondo i 7 capitoli nei quali sono suddivisi gli articoli della Carta dei diritti fondamentali: Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia e Disposizioni generali. Quest’anno abbiamo aggiunto un ulteriore capitolo, intitolato Temi generali, per ricomprendervi i documenti che riguardano i diritti fondamentali in generale, i documenti europei e le sentenze britanniche sulla “Brexit”, i documenti europei e le sentenze polacche sulla illegittimità della sostituzione di giudici della Corte costituzionale.

[1] Art.80 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea

[2] Art.6 del Trattato sull’Unione europea

Scarica il Rapporto 2017

Elena Paciotti è un Magistrato, deputato al Parlamento europeo, Presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso – Issoco. Dal 1967 nella magistratura, svolge gran parte della sua attività presso il Tribunale di Milano come giudice civile e penale. Nel 1986 è eletta membro del Consiglio superiore della magistratura. Per due volte presidente dell’Associazione nazionale magistrati nei bienni 1994-1995 e 1997-1998. Al Parlamento europeo dal giugno 1999 partecipa alla redazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea approvata a Nizza nel luglio 2000 e ai lavori della Convenzione per l’elaborazione della Costituzione europea.