Europa delenda Est. I pasdaran della chiusura alle frontiere chiedono all’Italia di fare altrettanto ma Roma risponde per le rime. Il clima nell’Ue sul tema dei migranti si fa sempre più surriscaldato. Il premier ungherese, ViktorOrban, in diverse interviste, ha infatti annunciato di aver inviato al premier Paolo Gentiloni una lettera a nome del gruppo di Visegrad (oltre all’Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) perché Roma chiuda i suoi porti. Dopo l’uscita del ministero degli Esteri austriaco, che ha suggerito al nostro paese di lasciare i rifugiati a Lampedusa, ora tocca anche ai paesi che si rifiutano di ricollocare i migranti a fare pressioni su palazzo Chigi affinché dichiari finita l’epoca dei salvataggi nel Mediterraneo. La risposta italiana è stata negativa e ferma: non accettiamo lezioni ne’ minacce ma pretendiamo solidarietà, ha risposto prontamente Gentiloni alla provocazione di Budapest. A parte il botta e risposta, è evidente però che si stia muovendo una corrente di pensiero nell’Unione affinché l’Italia faccia da sola il gendarme dei mari.
Orban ha spiegato che l’Italia ha due opzioni: chiudere i porti o accettare l’assistenza offerta, non si sa da chi peraltro, visto che su 160.000 richiedenti asilo ne sono stati ricollocati solo l1% e questo proprio perché paesi come l’Ungheria e i suoi alleati dell’Est non stanno rispettando i patti sottoscritti con la Commissione Europea. Austria e Germania “hanno avuto abbastanza”, ha aggiunto il leader nazionalista ungherese, che ha già cinto di ferro spinato le sue frontiere.
Queste prese di posizione sempre più intransigenti di paesi che devono molto invece all’Unione, fanno emergere una volontà di rottura che può creare grandi problemi a tutti. È come se dicessero ‘Europa delenda Est’ dove ‘Est’ sta per gruppo di Visegred.