«Garantire che i dati siano protetti dall’intelligenza artificiale o garantire che i dispositivi mobili siano protetti dall’hacking, dipende dall’adozione di standard ed è fondamentale che essi siano in linea con i valori democratici dell’Ue. Allo stesso modo, abbiamo bisogno di standard per il lancio di importanti progetti di investimento, come l’idrogeno o le batterie, e per valorizzare gli investimenti nell’innovazione fornendo alle aziende dell’Ue un importante vantaggio da first mover» (Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea).
La Commissione europea ha proposto una nuova disciplina che dovrebbe proteggere l’attività regolatoria della UE a livello internazionale dall’assalto di altre superpotenze come la Cina, conservando viceversa agli stati membri la facoltà di elaborare i protocolli che sono alla base di tutte le tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è scongiurare il pericolo che il ritardo delle tecnologie europee consenta agli operatori cinesi di prosperare senza che le autorità esercitino un pieno controllo e, come è già accaduto nel caso del 5G, avessero piena consapevolezza degli standard alla base delle reti di nuova generazione. La proposta della Commissione punta all’individuazione di standard comuni innanzitutto in Ue, con l’obiettivo poi di esportarli a livello globale. Prevista anche l’istituzione di una nuova figura – lo chief standardisation officer – e la possibilità di escludere dalle organizzazioni deputate a elaborare i nuovi protocolli i rappresentanti di aziende extra-comunitarie.