Ogni primavera, un uomo passa le sue giornata a disegnare sui marciapiedi e sugli incroci di Nantes una lunga linea verde. Un filo di 12 km congiunge come in una pista cifrata le decine di opere d’arte contemporanea che in luglio e agosto riempiono le strade, le piazze, il lungofiume della città sulla Loira.
Voyages a Nantes
Il percorso artistico che coinvolge tutta la città è opera di Voyages a Nantes, una società pubblica che utilizza sapientemente i finanziamenti dell’Unione Europea e che ha contribuito a cambiare il volto della capitale storica della Bretagna. Nel 1987, con la chiusura dei cantieri navali, le prospettive non erano rosee. Ma oltre 20 anni di amministrazione socialista guidata da Jean-Marc Ayrault, sostituito ora dalla sua pupilla, la giovane Johanna Rolland, hanno dato continuità a una politica di trasformazione e inclusione, che ha trasformato Nantes in una città a misura d’uomo ma con un respiro internazionale. In linea con le sue radici di quando, a inizio ‘700, era il più importate scalo francese, arricchitasi con il commercio degli schiavi. Un triangolo di morte: fucili e armi in cambio di merce umana, merce umana in cambio di zucchero e spezie. Le navi partivano dalle banchine sulla Loira cariche di polvere da sparo e tornavano profumate di cannella. Una città ricca, come dimostrano i palazzi degli amatori della tratta negriera a l’Ile Feydeau, dove tra l’altro è nato e ha abitato Jules Verne.
Le Grand Eléphant
Alle sue immagini fantastiche sembrano essersi ispirati François Delarozière e Pierre Orefice che nel 2004 nell’Ile de Nantes, area degli ex cantieri navali, hanno iniziato a costruire le Grand Eléphant, seguiti da altri animali fantastici, come ragni e struzzi giganteschi e mondi sottomarini. Les Machines de l’Ile, con la Galerie des Machines e il Carrousel des mondes marins, non sono solo una meta turistica. Sono il cuore della nuova vita dell’area degli ex cantieri navali. Lungo la riva, davanti ai 18 anelli di Daniel Buren, che si riflettono nella Loira, l’ex Hangar a Bananes, è diventato uno dei punti di ritrovo cittadini. Nelle sere di inizio estate, giovani e famiglie con la sporta della spesa si dirigono sotto la gru gialla del Parc des Chantieres, ai barbecue in pietra circondati da panche e reti dove tutti possono organizzare una grigliata, anche se non hanno un giardino dietro casa. Oppure agli orti urbani collettivi, allestiti con tavoli e panche, dove è possibile cogliere fragole, ciliegie, pomodori. Gratuitamente.
Un museo a cielo aperto
Il piano di ristrutturazione degli ex cantieri navali dura ormai da anni. Su l’Ile de Nantes hanno lasciato la loro firma i grandi nomi dell’architettura. Dopo Jean Nouvel, con il nuovo Tribunale, una struttura nera un po’ rialzata dal livello del fiume, quasi un’agorà che riflette lo skyline del centro storico, è arrivata la facciata sonora di Rolf Julius per il Bâtiment Manny o quella metereologica De Temps en Temps di François Morellet nell’edificio Harmonie Atlantique, con led luminosi che cambiano a seconda del tempo. Per non creare ghetti dorati, nei nuovi palazzi, secondo le direttive dell’amministrazione locale, il 25 per cento deve essere destinato alle persone bisognose. Intanto il comune ha acquistato l’area dismessa delle ferrovie per il nuovo ospedale, mentre le rive sui due rami della Loira saranno piantumati per diventare un nuovo grande parco urbano. Ma va avanti anche la sistemazione delle aree periferiche, non più lontane grazie al tram, costruito anch’esso con i contributi dell’Unione Europea. Che ha finanziato anche la lunga ristrutturazione del Musée d’arts de Nantes, riaperto il 23 giugno, dopo 6 anni di lavori. L’Europa non è lontana!