L’Italia farebbe bene a tenere la guardia alta perché le ondate di migranti provenienti dall’Africa potrebbero non essere finite. La doccia fredda arriva direttamente dal commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos che, in un’intervista a La Stampa, stempera l’ottimismo che circola nel nostro paese dopo che per la prima volta da mesi i dati ufficiali degli sbarchi mostrano un segno meno a luglio. « È vero, i numeri sono scesi in luglio ed è una buona notizia, ma ciò non toglie che sia il momento per tirare delle conclusioni: sappiamo che sono ancora in molti che attendono di imbarcarsi ed è molto probabile che presto ci sarà una nuova ondata di partenze », ha affermato appunto al quotidiano di Torino.
E di dati incoraggianti parla invece Paolo Mieli in un editoriale in prima pagina sul Corriere della Sera. « Da quando il ministro dell’Interno Marco Minniti ha aggredito con decisione la questione dei migranti, il fenomeno è andato via via assumendo dimensioni meno tragiche di quelle annunciate », scrive Mieli.
Secondo i dati del Viminale (che si possono consultare quotidianamente su http://www.interno.gov.it/it/sala-stampa/dati-e-statistiche/sbarchi-e-accoglienza-dei-migranti-tutti-i-dati) a luglio sono giunti in Italia 11.192 immigrati contro i 23.552 dello stesso mese nel 2016, dato che fa segnare nel primi sette mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016 una riduzione del 3,24%.
Ci si può dividere tra chi pensa che la strategia del ministro degli Interni Minniti porti i suoi frutti, soprattutto ora che molte Ong hanno sottoscritto il Codice di condotta, e chi crede che gli arrivi non siano finiti e che dunque la pressione tornerà a farsi sentire sull’Italia. In entrambi i casi sarà bene prestare attenzione alle parole di Avramopoulos.