L’attività economica globale sta riprendendo e la crescita mondiale dovrebbe salire dal 3,1% nel 2016 al 3,5% nel 2017 e nel 3,6% nel 2018. Sono i dati emersi dall’ultimo World Economic Outlook, realizzato dal Fondo Monetario Europeo.
Calano gli Stati Uniti perché Donald Trump sembra aver spinto poco il Pil, portandolo a ribasso dal 2,3% al 2,1% nel 2017 e dal 2,5% al 2,1% nel 2018.
Migliorano, invece, alcuni Paesi della zona Euro, tra cui l’Italia, dove la ripresa è più forte del previsto. Il nostro Pil dovrebbe aumentare a 1,3% nel 2017 e 1% nel 2018.
Buoni risultati anche per Germania, Francia e Spagna. Meno soddisfacente è il Regno Unito, che alle prese con la Brexit, ha visto andare al ribasso le stime di crescita, scese dello 0,3% rispetto ad aprile.
Tra i punti di forza vengono sottolineati il rafforzamento delle attività produttive, le aspettative di una domanda globale più robusta, la riduzione delle pressioni deflazionistiche e i mercati finanziari ottimisti.
Il mercato emergente e le economie in via di sviluppo sono diventate sempre più importanti nell’economia mondiale negli ultimi anni. Adesso rappresentano oltre il 75% della crescita mondiale di produzione e consumo, quasi la quota di appena due decenni fa.
Se l’economia dei paesi europei migliora, ma di poco, a schizzare in vetta, rispetto al previsto è l’economia cinese: +6,7% nel 2017 e +6,4% nel 2018, rispettivamente 0,1 e 0,2 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di aprile. Rimane invece invariata la stima di crescita per la Russia a 1,4% sia per quest’anno sia per il prossimo. Nessun cambiamento per l’India, le cui stime si fermano a +7,2% quest’anno e +7,7% il prossimo. Per il Sud Africa la crescita per il 2017 è rivista al rialzo di 0,2 punti percentuali a 1,0%, mentre per il 2018 è taglia di 0,4 punti all’1,2%.
Nonostante la previsione, non va sottovalutato un aspetto importante, riportato chiaramente nel World Economic Outlook: i problemi strutturali persistenti, come la bassa crescita della produttività e la disuguaglianza di reddito, minacciano l’integrazione economica globale e l’ordine economico globale. Sempre più forte è la necessità di strategie credibili nelle economie avanzate, nei mercati emergenti e in quelli in via di sviluppo per affrontare una serie di sfide comuni in un’economia globale integrata. La comunità internazionale dovrebbe collaborare per assicurare la parità e continuare ad adattare il sistema multilaterale alla mutevole economia globale.