Partendo dalla proposta del ministro Paolo Savona, che secondo l’economista mira a scaricare sull’Europa con la richiesta di garanzie varie il debito pubblico italiano sopra il 60% del debito/Pil, e ricordando che lo stesso vicepremier Matteo Salvini fa spesso riferimento alla ricchezza dell’Italia e degli italiani, Wendorff mette le due cose assieme per proporre all’Italia il fondo salva-Stato, una soluzione tutta fatta-in-casa per risolvere un problema che lui considera (e come lui molti tedeschi e molti europei) domestico. Non più dunque il ricorso all’Esm, il fondo-salva Stati europei. La notizia è stata rilanciata anche da Bloomberg. Non si tratterebbe di una patrimoniale, afferma l’economista convinto, perché i titoli di Stato di solidarietà nazionale pagherebbero comunque un rendimento e non si tratterebbe di un prelievo forzoso ma un investimento forzoso. Il fondo salva-Stato oltretutto, questa la tesi, diventerebbe uno strumento deterrente, il famoso bazooka nel cassetto, per bloccare la speculazione: mettendo a garanzia del vecchio debito pubblico italiano direttamente la ricchezza degli italiani. L’acquisto dei bond sarebbe forzato, pari al 20% del patrimonio netto: Wendorff ha già calcolato che così facendo circa la metà del debito pubblico italiano ricadrebbe sotto l’ombrello di questo fondo.