«A 73 anni dall’atroce, disumano eccidio di Sant’Anna di Stazzema desidero esprimere il mio deferente pensiero per le tante vittime innocenti, e la mia affettuosa vicinanza ai loro familiari e discendenti». Con queste parole il presidente della Republica, Sergio Mattarella, ha aperto il suo messaggio che, in occasione dell’anniversario dell’eccidio nazista, ha rivolto a chi come I familiari delle vittime riesce «a tenere viva la memoria, trasmettendo alle generazioni più giovani quella speranza di pace, quegli ideali di libertà, quei valori di rispetto della dignità di ogni persona, che in quel 12 agosto di morte sembravano per sempre negati».
Correva l’anno 1944 quando nel paese toscano di Sant’Anna di Stazzema, le SS uccisero 560 persone, senza avere pietà di anziani, donne e bambini. I superstiti alla strage, hanno dato, negli anni, testimonianza di quei tragici momenti in cui i nazisti entrarono nel paese, chiusero tutti nelle stalle o nelle cucine delle case e li uccisero con colpi di mitra, di rivoltella e altre modalità caratteristiche della brutalità imposta da Hitler.
Tra le vittime il presidente ha rivolto un pensiero alla piccola Anna Pedrini, uccisa a soli 20 giorni e agli otto fratellini Tucci, sterminati accanto alla mamma che implorava pietà. Vittime che sono ormai simbolo di un’Italia che ha sempre lottato per la libertà e il riscatto morale.
Matarella ha voluto cogliere l’occasione dell’anniversario di Sant’Anna, per lanciare un messaggio non solo all’Italia ma anche all’Europa e alla Repubblica Federale Tedesca. Tutte, secondo il presidente, hanno una responsabilità comune: «rendere sempre più forte la democrazia, conquistata al prezzo di tanto sangue e tanti sacrifici, è un compito storico da assolvere nelle scelte più grandi e in quelle più piccole, non dimenticando mai i valori comuni che fondano la civiltà del nostro continente e non consentendo agli egoismi e alle paure di prevalere sui doveri morali di solidarietà e di cooperazione tra gli Stati».
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