Come una minaccia fantasma, che si avverte ma non c’è, i migranti catalizzano l’attenzione di gran parte dell’opinione pubblica e dei governi europei, che si muovono di fatto per chiudere le frontiere. Ma siamo di fronte a un’invasione? I numeri dicono l’esatto contrario.
Sono calate infatti del 44% le richieste d’asilo nell’Ue (più Svizzera, Norvegia, Liechtenstein) nel 2017, rispetto al 2016. In tutto sono state 728.470, contro 1.292.740 dell’anno prima. In controtendenza l’Italia, dove le domande sono salite da 122.960 del 2016 a 128.850 del 2017,(+5%) e dove la nazionalità più rappresentata (20%) è la nigeriana. L’Italia, dopo la Germania, si conferma seconda per percentuale più alta di richieste in Europa (17,7%; 128.850). Sono le cifre ufficiali tratte dalla relazione annuale dell’Ufficio europeo di sostegno all’asilo (Easo).
Pur restando il Paese con la percentuale più alta per richieste ricevute (31%), la Germania, il cui governo si sta spaccando proprio su questo tema, ha registrato una drastica diminuzione, -70%, passando dalle 745.155 domande del 2016, alle 222.560 del 2017, soprattutto per il calo di arrivi di siriani e afghani. Un’impennata l’ha avuta invece la Spagna (+98%), che ha raddoppiato, passando dalle 15.755 richieste del 2016 alle 31.120 del 2017, un aumento dovuto in larga parte all’aumento delle presenze di venezuelani (il 33% delle richieste ricevute).
Con 152.420 casi aperti, l’Italia nel 2017 ha registrato anche uno dei principali aumenti di casi pendenti +53%, dopo la Spagna, +91%. Quanto alle richieste di asilo rigettate durante la prima analisi, sono state 46.440, con una diminuzione del 15% rispetto al 2016.
Nel rapporto si evidenzia anche che l’Italia è il primo Paese in Europa per il numero di minori migranti non accompagnati arrivati nel 2017: in totale sono stati 9.945, con un incremento del 65% rispetto all’anno precedente, pari al 30% del totale dell’Ue (più Svizzera, Norvegia e Liechtenstein).