La moneta virtuale è il denaro del futuro o la miccia della prossima crisi finanziaria? Molti addetti ai lavori credono nelle capacità taumaturgiche della digit coin, altri, soprattutto tra le istituzioni di controllo, temono il peggio.
Quella dei Bitcoin “è una bolla destinata prima o poi a scoppiare”, sostiene il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, e lo ha detto chiaramente in una lectio magistralis all’Università del Piemonte Orientale. Secondo Vegas, il fenomeno delle criptovalute “è finora molto limitato, perché riguarda qualche decina di miliardi di dollari, ma è molto rilevante e un domani probabilmente porrà dei problemi seri, perché molti sistemi di pagamento si stanno diffondendo. Tra l’altro, il fatto che siano sostanzialmente anonime può avere svantaggi collaterali sotto il profilo delle misure di ordine pubblico”. “Se però questi Bitcoin hanno un trend di quotazione così elevato è chiaro che, essendo una moneta a circolazione fiduciaria con un valore che cresce in modo esponenziale, prima o poi questa bolla sia destinata a scoppiare. Noi seguiamo il fenomeno perché potrebbero esserci dei risparmiatori che hanno investito in Bitcoin, oppure che li hanno utilizzati per comperare dei prodotti, che potrebbero essere seriamente danneggiati. In mancanza di una decisione europea al riguardo è comunque difficile che possa intervenire una singola autorità finanziaria nazionale; però, probabilmente, bisogna pensarci e credo che ci si debba pensare anche senza perderci troppo tempo”. “La preoccupazione maggiore – ha precisato Vegas – dovrebbe essere quella dei Tesori dei singoli stati, perché se io ho una moneta parallela non sono più il ‘dominus’ della velocità di circolazione e della quantità di moneta, quindi gli strumenti fondamentali per il governo dell’inflazione e dello sviluppo non lo ho più in mano. A livello di Financial Stability Board finora hanno fatto degli studi molto interessanti, ma che non sono arrivati a stringere niente”.