In edicola dal 1 marzo il volume di Sergio Fabbrini Democrazie sotto stress. Europa, Italia, America, con prefazione di Paolo Gentiloni e postfazione di Sergio Mattarella, che raccoglie gli editoriali del noto economista, componente anche del Comitato scientifico dell’associazione La Nuova Europa, pubblicati sul Sole 24 Ore da agosto 2020 a gennaio 2022.
Quello della democrazia è un tema molto fragile, soprattutto oggi che gli equilibri del mondo sono messi a dura prova, nelle ultime ore, dal conflitto tra Russia e Ucraina. L’autore cerca di comprendere e spiegare meglio le tensioni prodotte sulle democrazie occidentali dalla crisi pandemica e dai cambiamenti politici da essa accelerati. Nella prima parte sono i testi sull’Unione europea, sul suo funzionamento di fronte alla crisi pandemica, sulle divisioni tra gli Stati membri, su sfide e pressioni esterne. Poi quelli dedicati all’Italia, dove ricostruisce le ragioni che hanno condotto alla crisi del governo Conte I e alla nascita del governo di Mario Draghi, con il quale l’Italia è riuscita a recuperare i ritardi della campagna vaccinale e della preparazione del Pnrr, pur senza metter mano ai problemi strutturali di istituzioni pubbliche inefficienti, di un’élite politica faziosa e di una rappresentanza economica e sociale particolaristica. La parte conclusiva del libro descrive e analizza i meccanismi della democrazia americana nelle condizioni di una crisi sanitaria e costituzionale senza precedenti.La tesi sottesa alla raccolta è che tutte le democrazie occidentali, sottoposte a stress test, hanno dimostrato la loro resilienza, ma anche la loro fragilità. I recenti accadimenti di guerra nel cuore dell’Europa, in questa forma forse imprevedibili, sono un ben più difficile test che dovranno affrontare. E superare.
Citiamo dalla postfazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Sono passati dodici anni dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Ma il mondo e l’Europa da allora sono radicalmente cambiati. Una ulteriore evoluzione della nostra Unione appare oggi ineludibile. Se un’Unione più efficiente e più coesa, più rappresentativa dei suoi cittadini, più autorevole al livello internazionale necessita – come è evidente – di cambiamenti nella sua struttura, dobbiamo avere il coraggio di affrontare e sciogliere questi nodi per contribuire a far compiere all’Unione una tappa ulteriore verso la piena sovranità europea. È un compito nel segno della coerenza, con la lungimiranza dei Padri fondatori”.