La caduta del muro di Dublino, il Trattato sul ricollocamento dei migranti, sembra vicina. C’è intesa infatti, anche se “pilota”, al vertice Ue a Malta sulla redistribuzione dei richiedenti asilo che approdano in Europa. “Abbiamo raggiunto un accordo per un documento comune” che sarà discusso nel Consiglio Affari Interni che si terrà a Lussemburgo l’8 ottobre, ha fatto sapere il ministro dell’Interno maltese Farrugia, come riportato da ansa.it.

Sono quattro i punti su cui Italia, Malta, Francia e Germania, con la presidenza finlandese di turno dell’Ue e la commissione Ue, hanno trovato l’accordo che dovrà ora essere sottoposto agli altri Paesi Ue. Tra questi punti, quello che prevede la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato.

Innanzitutto, ha spiegato il ministro dell’Interno italiano Luciana Lamorgese, viene stabilita la “rotazione volontaria” dei porti di sbarco, non solo quando quelli di Italia e Malta sono saturi. “E questo non era scontato”, ha detto il titolare del Viminale. L’accordo prevede inoltre la “redistribuzione dei migranti su base obbligatoria” con un sistema di quote che verrà stabilito quanti dei 28 Paesi dell’Ue parteciperanno all’intesa; tempi “molto rapidi” (4 settimane) per i ricollocamenti e, soprattutto, la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato. Il sistema messo a punto stabilisce che una volta decisa la quota da ridistribuire, i migranti verranno inseriti direttamente nella banca dati del paese di destinazione, che si farà carico anche degli eventuali rimpatri, e non in quello di primo approdo.

“Da oggi  – ha detto Lamorgese – Italia e Malta non sono più sole, c’è la consapevolezza che i due paesi rappresentano la porta d’Europa”. “Il testo predisposto va nella giusta direzione – ha aggiunto – ci sono contenuti concreti e abbiamo sciolto dei nodi politici complicati”. L’auspicio dell’Italia, ha sottolineato la titolare del Viminale, è che l’accordo sia condiviso quanto più possibile tra i paesi Ue.

Il “meccanismo di emergenza” su cui oggi nel minivertice della Valletta è stato trovato un accordo tra Francia, Germania, Malta e Italia “aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo”, ovvero del regolamento di Dublino, ha detto il ministro dell’interno tedesco, Horst Seehofer, aggiungendo che “senza questo accordo, la revisione di Dublino non sarebbe mai possibile”. Il ministro tedesco ha specificato che oggi sono stati “identificati alcuni regolamenti che aiutano Italia e Malta con procedure chiare e prevedibili per la riduzione dei rifugiati” e si è detto “ottimista che in un breve futuro riusciremo a fare una politica comune europea”.

Quello che è avvenuto oggi a Malta – ha detto Lamorgese – è “molto importante, un primo passo concreto per un approccio di vera azione comune europea”. “Ho trovato – ha detto la ministra – un clima davvero positivo perché la politica migratoria va fatta insieme agli altri stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentite europeo”, ha aggiunto.

Sui migranti – ha avvertito intanto da New York il premier Conte – “non accetteremo alcun meccanismo che possa risultare incentivante per nuovi arrivi, la nostra politica è molto rigorosa e non arretreremo di un millimetro, l’Italia deve decidere che arriva nel suo territorio”, nel rispetto delle convenzioni, ma “uno Stato sovrano deve contrastare l’immigrazione clandestina”.

“A Malta non c’e’ una soluzione definitiva, ma è stata compiuta una svolta molto significativa. E’ stato avviato un percorso che prefigura il giusto approccio europeo. Il principio secondo cui chi sbarca in Italia sbarca in Europa”, ha detto il premier Giuseppe Conte parlando a New York.

“Faccio i complimenti a Lamorgese per l’accordo e la dichiarazione d’intenti sui migranti. Fatemi dire però che la redistribuzione dei migranti non è la soluzione al fenomeno migratorio”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a New York. “La risposta è il blocco delle partenze – per questo dobbiamo stabilizzare la Libia e su questo ci sarà un importante incontro co-presideduto da Francia e Italia qui venerdì – e i rimpatri”, ha aggiunto Di Maio.

Sul tema dei migranti – ha detto in seguito Di maio parlando a Zapping – bisogna fare “attenzione a facili entusiasmi: se noi diciamo che chi viene in Italia può andare in altri Paesi europei rischiamo il ‘pull factor’, cioè l’incentivazione degli sbarchi”. “La soluzione alle migrazioni non è la redistribuzione”, ha ribadito Di Maio, “la soluzione definitiva è che non partano più o che siano rimpatriati”, ha precisato.