Il 7 luglio, i cittadini francesi saranno chiamati a votare al secondo turno di elezioni parlamentari anticipate nelle quali l’estrema destra è data come probabile vincitrice. È l’occasione per ricostruire l’ascesa di Jordan Bardella, l’uomo che potrebbe diventare il nuovo primo ministro e che è stato la scintilla della netta ripresa nei sondaggi del partito che oggi rappresenta.
“Siamo pronti.” Così, il 24 giugno durante una presentazione del programma della sua formazione politica, Jordan Bardella ha esordito esprimendo la concretezza del progetto di RN di governare la Francia. Il leader del partito l’obiettivo era dimostrare ai suoi elettori che è pronto a vestire i panni del Primo ministro nonostante la giovane età.
Bardella, il simbolo della “dédiabolisation”
A 28 anni infatti il giovane si proietta già a capo dell’esecutivo raccontandosi come un prodigio dell’RN. Comincia la sua carriera politica a 16 anni in quanto militante al Front National, il precedente nome del Rassemblement National. Poi a 19 anni diventa consigliere regionale, a 22 anni portavoce del partito, a 24 eurodeputato, per arrivare alla guida del gruppo nel 2022, a soli 26 anni.
In questi anni ha portato avanti con successo il processo di “dédiabolisation” cominciato da Marine Le Pen testimoniando la volontà di rendere il partito più moderato, presidenziale e permettergli di voltare la pagina rispetto al suo passato indubbiamente razzista. Lontano dalla visione estremista del Front National di Jean-Marie, l’ormai ex incarna, con il suo uso di formule semplici e dirette e la sua prossimità delle persone e il viso rassicurante dell’estrema destra francese.
In effetti, il partito che è nato nel 1972 è stato fondato da Jean-Marie Le Pen, il padre di Marine. Già a quell’epoca, il partito e molte delle posizioni del suo leader erano state considerate come profondamente xenofobe, antisemite e negazioniste. Quando la figlia prese il posto come numero uno, si concentrò per una decina d’anni a cancellare il passato polemico del partito e possiamo dire che la “dédiabolisation” culmina oggi con l’arrivo di Bardella, una figura nuova ma soprattutto la prima persona alla guida dell’RN a non essere il frutto del clan familiare Le Pen. Quest’ultimo punto è tuttavia discutibile, visto che Bardella – quando a 26 anni era il presidente del partito – era anche il fidanzato della nipote di Marine.
Un figlio della nuova generazione
L’età gli permette di ergersi il simbolo delle nuove generazioni ma una visibile vicinanza con il pubblico è stata costruita nel tempo, metodicamente.
“Le precedenti elezioni hanno dimostrato che i giovani attratti dall’estrema destra sono tra i più precari, hanno meno qualifiche e spesso vivono in aree rurali o suburbane, con caratteristiche che riflettono le disuguaglianze sociali e la relegazione geografica” ricorda il sociologo francese Laurent Lardeux. Sono anni che i piccoli comuni francesi conoscono un declino dei servizi pubblici, che la pesantezza dell’amministrazione digitalizzata rafforza il loro sentimento di esclusione.
La ruralità è peraltro un tratto riconoscibile della storia personale di Bardella che, con le sue origini, contrasta la proiezione elitista dello stesso Macron e di molte delle figure politiche della sinistra. Figlio della classe media, cresce nella “banlieue” di Seine Saint-Denis, un comune periurbano nella capitale francese. Il giovane Jordan, nome tipico di questa gioventù delle banlieue francesi, cresce con due genitori divorziati senza altri diplomi che quello del liceo, abbandonando velocemente la sua laurea di geografia per dedicarsi alla politica. Questi elementi biografici, lontani dagli standard dell’élite politica francese sono da sempre il suo biglietto da visita, il lasciapassare che gli permette di rivolgersi a gruppi specifici, in particolare la Francia degli emarginati che si sono sentiti economicamente e socialmente abbandonati di fronte alle ultime crisi economiche e alle dure riforme della pensione.
Ma, se possibile, la vera arma segreta di Jordan Bardella per guadagnarsi la popolarità dei giovani è stata un’altra: il suo uso dei social come un vero influencer. Come dice l’universitario Romain Fargier, “[Bardella] è un figlio di quella generazione, cresciuto con questi strumenti.” Con più di 1,6 milioni di follower su TikTok, il politico si mostra nei momenti del quotidiano sul suo account. Senza neanche parlare del suo programma politico si riprende mangiando caramelle, togliendosi la sua giacca durante una riunione o andando a visitare le campagne dimenticate. Meglio, la sua popolarità è così importante sui social che hanno cominciato ad emergere degli “edit”, dei corti estratti di video di Bardella montati ad arte con una musica techno. Senza avere a che fare con un vero programma politico i giovani francesi si ritrovano a vedere la personalità regolarmente su Instagram e TikTok, permettendo a questa generazione disinteressata dalla politica di assegnare un volto fresco e univoco al partito RN. Per una gran parte dei giovani francesi, è l’unico candidato che conoscono.
Se questa strategia di dédiabolisation arriva dopo decenni alla sua conclusione grazie alla persona di Bardella, il programma del RN non è cambiato: ruota ancora attorno ai temi dell’immigrazione, della sicurezza, del rifiuto di una crescente islamizzazione, dell’identità nazionale e del prezzo della vita. Anzi, il leader del partito di estrema destra ha annunciato il 24 giugno l’intenzione di voler escludere i cittadini francesi con doppia cittadinanza da alcuni incarichi considerati “sensibili”, come nelle centrali nucleari o nella difesa. La vittoria del partito il 7 luglio significherebbe l’inizio di una coabitazione, nel senso che Emmanuel Macron dovrebbe governare con un primo ministro di estrema destra.
Ma per il momento, non c’è nessuna certezza. Di fronte all’ascesa dell’estrema destra, la gran parte della sinistra si è federata in un unica coalizione, il Nouveau Front Populaire, in riferimento al Front Populaire francese del periodo interbellico, durante il quale i partiti di sinistra si erano uniti di fronte alla minaccia fascista in Europa. In mezzo a questi due blocchi il partito presidenziale Ensemble ha costruito la sua campagna in opposizione ad entrambi i poli, opponendosi alla destra estrema e nello stesso tempo denunciando l’estremismo di alcune posizioni dell’alleanza di sinistra. In particolare, la posizione molto pro-palestinese del partito di sinistra radicale La France Insoumise (LFI) è stata largamente criticata dal partito di Macron, permettendogli di rimettere in questione la coerenza stessa della coalizione.
All’indomani del primo turno le urne hanno espresso una vittoria relativa del RN nella maggior parte dei territori francesi, con i gruppi di sinistra e il partito di governo sempre a breve distanza. Per il secondo turno, durante il quale i francesi saranno chiamati a scegliere in un ballottaggio secco tra i tre partiti maggioritari, il Nouveau Front Populaire ha ritirato tutti i suoi rappresentanti che erano arrivati in terza posizione e hanno chiamato i loro elettori a votare per il partito presidenziale per arginare l’estrema destra. Al contrario, Emmanuel Macron è stato più ambiguo; non chiamando i suoi candidati a ritirars, ma valutando caso per caso le situazioni in cui ad arrivare secondi fossero stati candidati di LFI. Di fronte alla complessità di questi giochi di alleanze e opposizioni, l’esito delle elezioni è particolarmente imprevedibile.
Il futuro (incerto) della Francia è così ancora una volta tra le mani dei suoi cittadini.
Fonti
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- 1) Youmni Kezzouf, « Législatives : le RN écrase le premier tour», Mediapart, 1 luglio 2024.
- 2) « Cette jeunesse qui votera pour Jordan Bardella et le RN aux élections européennes», Le Monde, 28 maggio 2024.
- 3) Gurvan Kristanadjaja, « Jordan Bardella sur TikTok : «Sous ce format amateur, il y a des choses réfléchies qui sont travaillées»», Libération, 21 giugno 2024.
- 4) Nejma Brahim, « Partout en Europe, l’extrême droite a surfé sur la peur de l’immigration», Mediapart, 14 giugno 2024.