Le quattordici persone uccise e le 126 ferite, mentre il 17 agosto passeggiavano sulla Rambla a Barcellona, e a Cambrils, sono le vittime di un colpo andato male. I dodici attentatori, tutti affiliati all’Isis, stavano preparando una strage paragonabile a quella in cui, sempre in Spagna, a Madrid, nel 2004, persero la vita 192 persone. Ad oggi la peggiore strage terroristica in Europa dopo Lockerbie.
Secondo le ricostruzioni fatte dalla polizia catalana, la cellula organizzata voleva far esplodere delle bombole di gas all’interno del furgone nel centro di Barcellona. Ma il giorno antecedente le stragi, nel loro covo di Alcanar, una doppia esplosione ha distrutto parte dell’edificio, dove alloggiavano i terroristi con un bilancio di un morto e 6 feriti. Ad esplodere sarebbero state proprio le bombole di gas che gli attentatori avrebbero dovuto utilizzare per l’attentato del 17.
Un evento drammatico che seppur fa alzare il livello di allerta in tutti i paesi europei, compresa l’Italia, non ferma chi ha deciso di trascorrere le vacanze in Spagna. In migliaia hanno riempito Plaza Catalunya, cuore di Barcellona, per osservare il minuto di silenzio. Tra loro Re Filippo VI, il premier Mariano Rajoy, il presidente catalano Carles Puigdemont, il sindaco di Barcellona Ada Colau e i leader di tutti i principali partiti spagnoli.
Dopo il silenzio e un lungo applauso, tutti hanno voluto alzare la propria voce e unirsi al coro che, in piazza, ha iniziato a gridare “no tinc por”, “non ho paura”, in Catalano.
I potenti del mondo hanno fatto quadrato e si sono stretti al dolore catalano. Dal nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggio al re di Spagna, Filippo VI, al premier Gentiloni che, come Trump, Obama e Macron, ha preferito i social per far sentire la vicinanza dell’Italia alla splendida Barcellona e ai familiari delle vittime, tra cui sono stati identificati due italiani, Bruno Gulotta e Luca Russo. In tutto, vittime e feriti di 34 nazionalità diverse.
Alle loro famiglie è stato rivolto anche il pensiero del Presidente Mattarella, che ha invitato ad «avere la capacità di opporci alla violenza che sta funestando l’Europa, l’area del Mediterraneo, il Medio Oriente. A Barcellona nel cuore d’Europa, uomini scellerati hanno colpito persone e famiglie prive di ogni colpa, unite solo dal desiderio e dal diritto di vivere serenamente. Il terrorismo di matrice islamista e i terroristi non rimarranno impuniti. I valori di tolleranza e libertà propri dell’Europa democratica sono irrinunciabili e, per difenderli insieme, tutti sono chiamati a impegnarsi per battere l’oscurantismo sanguinario. Nessuno stato e nessuna singola persona può chiamarsene fuori.»
Mattarella ha ripetuto ciò che già aveva espresso nel messaggio rivolto al Re di Spagna, Filippo VI, ovvero la «ferma determinazione del mio Paese a collaborare con la Spagna, insieme ai partner dell’Unione Europea e all’intera comunità internazionale, nella lotta senza quartiere al terrorismo e ad ogni forma di estremismo violento, a difesa dei comuni valori e libertà democratici e della sicurezza dei nostri Paesi.»
Parole che esprimono bene il sentimento di tutti gli italiani: il dolore per una strage di persone libere, in vacanza in un paese considerato amico di tutti, la speranza di una reazione comune.
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