Un cicloviaggio lungo il Danubio è un viaggio nel cuore della storia e della geografia dell’Europa. Il fiume racconta. E’ un flusso narrativo continuo, dalle sorgenti, nella Foresta Nera, fino al delta sul Mar Nero. Il corso delle acque si intreccia indissolubilmente con gli eventi che nel corso dei millenni si sono succeduti su queste rive e con le culture che qui sono fiorite attraverso popoli e lingue diverse. Per chi abbia molto tempo, il Danubio si presta anche ad un “viaggio dell’anima” che partendo dal lago di Garda permette di raggiungere il Mar Nero, senza mai lasciare la pista ciclabile attraverso una dozzina di Paesi. Che il viaggio sia lungo o sia breve, per tutti il libro da portarsi dietro e da leggere strada facendo, è “Danubio” di Claudio Magris.
Con i suoi 2860 chilometri di lunghezza che si sviluppano da Ovest verso Est (il secondo fiume più lungo d’Europa dopo il Volga) il Danubio è una delle principali vie d’acqua del Vecchio Continente; dunque anche via di comunicazione, di incontro e di scontro tra i popoli. E’ la strada naturale che attraversa l’Europa centrale, poi quella centro-orientale fino a lambire il teatro d’azione degli Argonauti, l’Oriente di Bisanzio e l’Impero Ottomano. Sul Danubio, a Ratisbona, l’imperatore romano Marco Aurelio stabilì nel quarto secolo dopo Cristo il quartier generale della terza legione “Italica” a difesa dei confini settentrionali dell’Impero. Risalendo il Danubio, i turchi raggiunsero Vienna nel 1683 e la cinsero d’assedio con un esercito imponente di 140.000 uomini, poi sconfitto e messo in fuga dalle truppe austro-tedesco-polacche con la regia remota di Papa Innocenzo XI.
Le sorgenti del fiume sono di per sé oggetto di una controversia mai sopita. Per convenzione, fin dai tempi di Tiberio (primo secolo dopo Cristo), la geografia identifica il punto in cui scaturisce il Danubio a Donaueschingen, un paese nella Foresta Nera in Svevia, Baden Wuerttemberg (Germania). Ma in realtà Donaueschingen sorge nel punto di confluenza di due ruscelli, la Breg e la Brigach, che a loro volta nascono una trentina di chilometri più a monte. La versione più accreditata è che la Brigach sia un affluente della Breg e che pertanto la vera sorgente del Danubio sia a Furtwangen, dove nasce la Breg, a circa 1000 metri sul livello del mare, 300 metri più in alto rispetto ai 700 di Donaueschingen. La questione si pone di nuovo 600 chilometri più ad Est, a Passau, cittadina incantevole in Baviera, sul confine tra Germania e Austria, dove l’Inn confluisce nel Danubio. E’ l’Inn un affluente del Danubio? O viceversa, è il Danubio un affluente dell’Inn? A giudicare dalla portata d’acqua (l’Inn ha una portata ben maggiore rispetto a quella del Danubio) si direbbe che è il Danubio a gettarsi nell’Inn e non il contrario. Ma approfondire questo tema può voler dire riscrivere la geografia d’Europa. Questa grande via d’acqua nascerebbe allora non più in Germania, bensì sul Passo Maloja, in Alta Engadina (Svizzera), a poche centinaia di metri dall’Italia e da Chiavenna.
Tra le stravaganze del Danubio da segnalare che a Donaueschingen, formalmente, il fiume non nasce, ma muore. Il chilometraggio del Danubio, infatti, è misurato – caso unico in Europa insieme alla Mosella – dalla foce alla sorgente anziché dalla sorgente alla foce. A Immendingen, dopo aver percorso appena 25 chilometri, il fiume scompare. Le sue acque vengono risucchiate in un fenomeno carsico, per poi ricomparire in superficie 12 chilometri più a valle.
Quello che è certo è che il dislivello di appena 700 metri, distribuito su una lunghezza di quasi 2.900 chilometri, dà origine ad un fiume dal corso lento e placido, facilmente navigabile, che – a causa della scarsa pendenza – forma molti meandri, toccando ben dieci Stati (Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria, Romania, Moldavia, Ucraina). Sulle sue rive sorgono città che hanno fatto la storia d’Europa: Ingolstadt, Ratisbona, Passau, Linz, Vienna, Bratislava, Budapest, Belgrado ecc.
Il cicloviaggio sul Danubio è facile da tutti i punti di vista. Dal punto di vista ciclistico l’itinerario non presenta alcuna difficoltà. Segue il fluire placido delle acque, correndo per lo più lungo gli argini. Dunque è un percorso prevalentemente in falsopiano in discesa. Le salite sono poche, brevi e non ripide. Il fondo stradale varia tra asfalto e sterrato in terra battuta in ottime condizioni. La segnaletica è eccellente. Anche il forestiero poco pratico dei luoghi e sprovvisto di tracce Gps si orienta agevolmente. E’ quindi un itinerario molto adatto al cicloturismo familiare e a chi viaggia con bambini. Lungo il percorso si trova facilmente da mangiare e da dormire, Kneipen e locande per tutti i gusti e tutti i portafogli. C’è sempre un Radler fresco a portata di mano, la bevanda tipica dei ciclisti, fatta per metà di birra e per metà di limonata. Il viaggio può essere configurato a proprio piacimento secondo le proprie esigenze, organizzando tappe più o meno lunghe in base alle condizioni meteo, alle capacità fisiche di ognuno e al tempo che si vuole dedicare per le visite turistiche dei luoghi attraversati. In linea di massima tappe di una cinquantina di chilometri al giorno, diluiti nell’arco di una giornata, sono alla portata anche dei bambini e sono compatibili con il cicloturismo familiare. Chi viaggia senza piccoli può immaginare tappe molto più lunghe, anche se è sconsigliato superare i 100 chilometri al giorno, perché andrebbe a detrimento del tempo disponibile per il turismo.
Non è necessario prenotare in anticipo gli alberghi per le singole tappe. E’ possibile, invece, cercare l’alloggio di giorno in giorno tramite un semplice smartphone, valutando tra l’ora di pranzo e il primo pomeriggio quale sarà verosimilmente la meta raggiungibile nelle ore successive. Questa formula presuppone che il cicloturista abbia imparato a viaggiare leggero e che porti con sé poco, anzi pochissimo bagaglio. Ha il vantaggio di dare molta flessibilità quanto alla configurazione delle tappe. In alternativa si può pianificare il viaggio tappa per tappa già prima della partenza, provvedendo anche a fare in anticipo le prenotazioni alberghiere. Questo significa, però, impegnarsi a rispettare la tabella di marcia predefinita. Per chi vuole più comfort e più organizzazione, può trovare sul web tanti tour operator specializzati nell’organizzazione di cicloviaggi sul Danubio. Pensano loro a prenotare gli alberghi e anche al trasporto bagagli. Tutte le formule hanno i loro pro e i loro contra. E’ solo questione di gusti.
Così come è solo questione di gusti la scelta del tratto di Danubio da percorrere in bici. Essendo il fiume molto lungo, in pochi lo percorrono tutto. Immaginando una vacanza cicloturistica di cinque – sette giorni, i tratti più gettonati sono quelli in Germania (bellissimo e relativamente poco battuto) e in Austria da Passau a Vienna (di gran lunga il più frequentato). Sono i tratti più ricchi e più vari dal punto di vista paesaggistico e storico-artistico. Sono anche quelli in cui la ricettività turistica e la segnaletica sono di più alto livello. Le guide, anche molto ben fatte, abbondano. C’è chi si spinge fino a Budapest in Ungheria. Dopo il fiume può diventare monotono e noioso.
Trattandosi di un itinerario lineare e non ad anello, si pone – per chi abbia raggiunto in auto il punto di partenza – la questione del recupero macchina. Il problema si risolve facilmente con il treno o con i tanti piccoli tour operator locali, che sul web offrono sevizi di navetta su furgone per riportare bici e passeggeri al punto di partenza.
Per chi abbia buone gambe e tanta voglia di staccare dalla routine quotidiana, il Danubio offre un itinerario di più settimane. Partendo da Riva del Garda, la punta Nord del lago di Garda (Trento), si può arrivare sulle rive del Mar Nero, pedalando sempre su ciclabile molto ben segnalata. Da Riva si raggiunge Torbole in pochi chilometri lungo la sponda del lago. Da lì si prende la breve pista ciclabile (12 km) che salendo sul passo di San Giovanni (circa 200 metri di dislivello in salita) porta da Torbole a Mori lungo la ciclabile dell’Adige. Si prosegue nella valle dell’Adige verso Nord tra meleti e vigneti di Teroldego fino a Trento e a Bolzano. Poi la ciclabile per Merano. Da lì la splendida Via Claudia–Augusta, la ciclabile che – ripercorrendo l’omonima, antica strada romana – risale la Val Venosta fino al valico delle Alpi attraverso il passo Resia. A Nauders (1.500 metri sul mare) si entra in Austria e da lì inizia la discesa verso la valle dell’Inn. Seguendo la ciclabile dell’Inn, si raggiunge il Danubio a Passau, da dove si prosegue, volendo, fino al delta del fiume in Romania. Buona pedalata!