Un unico presidente che riassuma nella sua carica la leadership della Commissione e del Consiglio Europeo, un unico ministro delle Finanze e dell’Economia e liste trasnazionali alle prossime elezioni europee. Sono i punti cardine del discorso che Jean Claude Juncker, numero uno del governo di Bruxelles, ha tenuto sullo Stato dell’Unione nell’aula del Parlamento Europeo. Juncker, che ha reso omaggio all’Italia (“ha salvato l’onore europeo”), citando espressamente il premier Poalo Gentiloni (il solo politico europeo ad avere questo onore), per quello che sta facendo nel Mediterraneo, ha ricordato i buoni risultati economici, i nuovi posti di lavoro creati e ha chiesto ai paesi ancora riottosi, come il gruppo di Visegrad, di rispettare le sentenze sui ricollocamenti della Corte di Giustizia Europea. Porta praticamente chiusa invece alla Turchia, che stava negoziando l’ingresso nell’UE, per il mancato rispetto dei diritti umani e di informazione.
Per quanto riguarda il ministro unico delle Finanze, quello che ha in testa Juncker non è però un dicastero che emetta debito comune europeo, sulla scorta di quello che accade in paesi federati come gli USA, ma una sorta di ministero dello Sviluppo per i piani di finanziamento che possa essere retto magari direttamente dal commissario agli Affari Economici senza toccare i Trattati. Diciamo quindi un mezzo passo verso un’integrazione politica.
«C’è chi dice che non dobbiamo rovinare la barca ora che le cose hanno cominciato a migliorare, ma ora non è il momento di indugiare per paura di sbagliare: nella UE abbiamo cominciato a fissare il tetto e adesso che il sole splende dobbiamo completare il lavoro. Ora che il sole splende perché quando appariranno all’orizzonte le nuvole successive, e arriveranno, sarà troppo tardi.» Così il presidente della Commissione Jean Claude Juncker ha concluso il suo discorso.