Il 26 e 27 maggio 2017 il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, hanno rappresenteranno l’UE alla riunione dei leader del G7. Il motto scelto dall’Italia, che al momento esercita la presidenza del G7, è “Costruire le basi di una fiducia rinnovata“. Il programma di lavoro della presidenza si è basato su tre pilastri: protezione dei sostenibilità economica, ambientale e sociale e riduzione delle disuguaglianze, innovazione, competenze e lavoro nell’era della nuova rivoluzione della produzione cittadini.
La prima giornata è stata siglata da una dichiarazione congiunta per la sicurezza e contro il terrorismo, che ha portato al rafforzamento della cooperazione tra le 7 maggiori economie del mondo occidentale su diverse questioni, dalla collaborazione informativa all’impegno dei leader per far promuovere dai grandi Internet service dei provider un impegno nei confronti di quello che circola in rete.
Il discorso è stato meno lineare su cambiamenti climatici e immigrazione. Sul primo dei due temi, la più insoddisfatta sembra esser stata la “cancelliera del clima” Angela Merkel.
Nel comunicato finale è stato, infatti, confermato lo schema che ha caratterizzato i negoziati: a parte gli Stati Uniti, che “non sono nelle condizioni di unirsi agli altri partner” sugli accordi di Parigi, gli altri sei Paesi – si legge nel comunicato finale – “riaffermano il loro forte impegno per una rapida applicazione dell’accordo di Parigi”.
Sul secondo tema, quello dell’immigrazione, ha prevalso, almeno per questo incontro, la linea Trump dei muri e delle quote, visto che i 7 leader hanno firmato il documento nel quale riaffermano il “diritto sovrano degli Stati, individualmente e collettivamente, a controllare i loro confini e a stabilire politiche nel loro interesse nazionale e per la sicurezza nazionale”.
Trump ha però accettato di inserire nel documento a firma congiunta, l’impegno a “combattere il protezionismo”, insieme a quello di mantenere aperti i propri mercati”.
Nuove sanzioni alla Corea del Nord e la richiesta a Mosca e a Teheran di impegnarsi per contribuire a porre termine alla guerra in Siria, sono altri punti inseriti nel documento che ha segnato il G7 di Taormina.