A un anno dalla tragica alluvione che ha colpito le terre romagnole, il Punto Europa di Forlì (Centro di Eccellenza Jean Monnet per gli Studi europei e un Centro di documentazione della Commissione europea) ha deciso di dar vita a un evento mai realizzato in Italia, lo European Youth Event (EYE): circa 4000 partecipanti previsti e innumerevoli attività, mirate alla promozione dell’Europa, alla partecipazione civica e sociale giovanile, e alla crescita di sensibilità in merito alle prossime elezioni europee, che si terranno il 6-9 giugno 2024, sotto l’ala della coordinatrice, la prof.ssa Giuliana Laschi, e il co-finanziamento del Parlamento Europeo.
Ho avuto l’opportunità di intervistare il team, composto da sette membri, che fin dal primo istante, hanno mostrato senza filtri la loro passione e motivazione nel mettere a disposizione della comunità nazionale ,e in particolare Forlivese, un evento che ci faccia sentire parte integrante dell’Europa, e non come spettatori di un’Unione che non ci appartiene.
Il team di lavoro del Punto Europa è composto da ex studenti della laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche (SID). I loro nomi sono: Rosa Maria Cristiana Genovese, Giuliana Villari, Margherita Capannoli, Paolo Cantore, Eleonora Cappa, Ambrogio Carugo e Beatrice Costa.
Ospitare un evento così grande a Forlì è certamente una sfida, ma anche una bellissima opportunità per la comunità di “scienziati politici” in questa terra romagnola. Com’è stato il processo di selezione, e come avete affrontato l’ansia del responso come giovani studenti?
L’esperienza di selezione è stata molto bella e significativa, per quanto ci abbia naturalmente richiesto abbastanza impegno. Avevamo tutti un nostro lavoro e, pertanto, abbiamo partecipato come collaboratori del Punto Europa di Forlì nel nostro tempo libero. Certamente, la scadenza a inizio settembre non ci ha permesso di goderci il nostro ferragosto come ci saremmo immaginati… Nonostante questo dobbiamo ammettere che, grazie alla nostra passione per le tematiche europee, non è stato mai un peso vederci, discutere, pensare insieme al progetto, anche se nei mesi estivi e con delle tempistiche stringenti. E’ stato sì un lavoro, un impegno, ma anche un momento di passione e riflessioni condiviso con i propri amici più cari.
Per quanto riguarda l’ansia, certamente sì, l’abbiamo dovuta affrontare. I bandi europei sono molto competitivi, motivo per cui anche se scrivi un progetto secondo te perfetto niente garantisce la vittoria. Per questo abbiamo passato dei momenti di alti e bassi, giorni in cui eravamo sicuri di non vincere, e giorni in cui ci immaginavamo già sul palco insieme al Presidente della Repubblica. Quando abbiamo saputo di aver vinto è stata comunque una sorpresa!
E’ stato difficile e dispendioso a livello burocratico fare “application” per questo tipo di evento?
Vedete dei miglioramenti che possono essere fatti dalle istituzioni per agevolare la costruzione di questi eventi?
Dal punto di vista burocratico, ci sono stati alcuni scogli durante l’application, per quanto riguarda (ad esempio) alcuni allegati richiesti come il bilancio sociale (le cui dimensioni consentite erano inadeguate rispetto al bilancio Unibo). In linea generale, però, la nostra percezione è quella di una burocrazia non troppo ostacolante a livello europeo, proprio perché ci sono delle regole uniformate e per necessità devono anche essere semplificate.
Forse la parte più complessa diventa poi l’implementazione nei singoli sistemi nazionali. Organizzare un evento di qualità con i finanziamenti del Parlamento Europeo rende tutto più complesso, ma vediamo che le questioni si stanno risolvendo e stiamo pianificando un evento europeo indimenticabile. Le istituzioni europee sono molto interessate all’evento proposto e stanno contribuendo attivamente alla sua realizzazione.
Qual è stata la motivazione/le motivazioni che vi ha/hanno spinto nel creare un evento di questa portata a Forlì?
La principale motivazione che ci ha spinto a partecipare è stata quella di restituire alla comunità di Forlì ciò che ci ha dato durante gli anni universitari. Tutti noi sette proveniamo da diverse città della Penisola e, dopo l’alluvione, abbiamo ritenuto essenziale fare qualcosa in risposta alla situazione. Lo stesso vale per il Punto Europa: negli anni universitari abbiamo svolto la funzione di formatori per il Centro di Formazione e Informazione su tematiche europee interno all’Alma Mater. Questo evento rappresenta dunque un’opportunità per mettere in mostra il lavoro quotidiano dell’ufficio, che da più di venti anni opera su progetti europei per l’educazione dei giovani del territorio. Nei nostri anni universitari ci ha dato tanto: un luogo dove abbiamo potuto imparare e confrontarci attivamente con i nostri coetanei, riportando le nostre conoscenze verso i più giovani nelle scuole del territorio forlivese e romagnolo. Per questi motivi, per noi sarà un’emozione unica vedere Forlì ospitare un evento che alimenta il cuore pulsante della democrazia europea.
A ciò, si aggiunge senz’altro il nostro forte interesse e coinvolgimento attivo per le tematiche europee, la partecipazione politica, i diritti fondamentali. Siamo Amici con lavori e interessi diversi, ma tutti accomunati da una passione condivisa: il sentimento europeo. Crediamo infatti che l’Unione Europea, con le sue difficoltà, le sue criticità, i suoi ostacoli, resti il risultato di un grande slancio visionario che ha permesso al nostro continente di conoscere l’importanza della pace, il valore della democrazia, la bellezza di lavorare insieme per il bene di tutti, anche e soprattutto i più deboli o svantaggiati. Un’idea che permette oggi a noi giovani di vivere in un paese dove i diritti sono garantiti, e la qualità della vita è tra le migliori al mondo. Pensare questo ci emoziona, ma ci ricorda la necessità di diffondere conoscenza e consapevolezza affinché questi significativi traguardi non vadano mai persi o dimenticati. Sono stati questi sogni e riflessioni che ci hanno spinti a scrivere un progetto per organizzare lo European Youth Event (EYE) Local.
Sappiamo che il 2024 è un anno molto importante a livello politico, in particolare per le elezioni europee di giugno. Di fronte a questo grande momento di partecipazione democratica, noi speriamo che i giovani possano sentirsi partecipi e riflettere sul proprio futuro, su come contribuire, cosa chiedere alla politica per avere un mondo migliore. L’EYE ci permetterà di confrontarci su tutto questo (e molto altro), e creare un evento che permetta ai giovani di vivere questo coinvolgimento rappresenta per noi motivo di grande soddisfazione e anche di ottimismo e speranza.
Cosa vi aspettate dall’evento?
Per quanto riguarda il numero di partecipanti, sono previsti circa 4000 partecipanti e stiamo lavorando per ottenere le migliori convenzioni con alberghi e ristoranti al fine di agevolare la partecipazione degli interessati. Il Comune di Forlì ha mostrato un grande entusiasmo e si è reso disponibile per sostenere l’evento, che avrà luogo un anno dopo l’alluvione che ha colpito il territorio romagnolo. Speriamo che l’evento abbia una grande risonanza mediatica, non solo a Forlì ma anche nelle zone circostanti. Stiamo collaborando con diverse testate giornalistiche per diffondere la conoscenza della nostra iniziativa.
Abbiamo iniziato la comunicazione con le scuole italiane, svolgendo incontri con docenti provenienti da tutto il paese. La partecipazione all’EYE richiede un’età compresa tra i 16 e i 30 anni, e il coinvolgimento delle scuole è stato entusiasmante fin dai primi incontri.
L’obiettivo che ci siamo prefissati però è quello di arrivare anche alle ragazze e ai ragazzi della nostra generazione che si trovano persi in questo momento, senza lavoro né l’idea di un futuro.
Questo evento è rivolto verso tutti i nostri coetanei che vivono una vita difficile senza delle prospettive reali.