In Italia si è sventata una rivolta. L’ammissione del ministro degli Interni, Marco Minniti. “Ad un certo momento ho avuto paura che davanti all’ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dei sindaci ho temuto che ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto non aspettando più gli altri paesi europei”. Così Minniti alla Festa dell’Unita’ di Pesaro. “Quando il 29 giugno sono arrivati 12 mila 500 migranti in sole 36 ore su 25 navi diverse”, ha ricordato il ministro, “la situazione era davvero difficile e io quel giorno sono dovuto tornare subito dell’Irlanda. Non potevamo continuare a gestire in questo modo i flussi migratori e abbiamo agito in modo nuovo. Ora l’Europa ci ringrazia per questo. Il Mediterraneo centrale e tornato al centro dell’attenzione dell’Unione europea”.
E le cifre dello stesso Viminale sugli sbarchi confermano la frenata: nei primi otto mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, gli arrivi sono stati del 7,6% in meno. In molti pensano che questa frenata sia legata a tre fattori: il Codice di condotta per Ong che operano nel Mediterraneo; la stretta sugli imbarchi dei migranti in Libia; l’accordo di Parigi tra Francia, Germania, Spagna, Italia e Niger, Ciad e Libia, che ha stabilito aiuti per i paesi africani affinché blocchino i mercanti di profughi.
Proprio su quest’ultimo tema si è svolta una riunione al Viminale lunedì  28. Era la seconda riunione della “Cabina di Regia” dei ministri dell’Interno di Ciad, Italia, Libia, Mali e Niger.

I ministri hanno espresso soddisfazione per l’agenda del Vertice di Parigi che può costituire l’inizio di un nuovo rapporto tra Europa e Africa. Ecco i punti qualificanti dell’incontro dei ministri.

  • ribadita la necessità di rafforzare la capacità di controllo dei confini marittimi e terrestri attraverso l’attivazione di meccanismi a supporto della formazione e dell’operatività delle guardie di frontiera;
  • convenuto che per l’azione di contrasto al terrorismo e ai trafficanti sia indispensabile rafforzare le istituzioni statuali di ogni singolo Paese;
  • constatato i progressi realizzati in particolare dalle autorità libiche, segnatamente dalla guardia costiera, nel salvataggio di vite umane a mare e nel contrasto ai trafficanti di esseri umani;
  • ribadito il sostegno all’accordo di pace tra le tribù del Sud della Libia e  riaffermato l’importanza di sostenere la Libia nella creazione di una guardia di frontiera;
  • ribadita la necessità di effettuare ogni sforzo utile a sostenere ogni iniziativa in favore dello sviluppo di una economia locale che sia alternativa a quella collegata ai traffici illeciti; a questo riguardo, hanno richiamato gli esiti della riunione che si è svolta a Roma lo scorso 26 agosto presso il Viminale tra il Ministro dell’Interno Marco Minniti, il Ministro dell’Interno libico Aref Khoja ed i sindaci delle municipalità libiche al fine di individuare dei progetti di sviluppo ed i relativi possibili canali di finanziamento, attraverso un vero e proprio organico piano di investimento che possa avvalersi anche dei fondi del Trust Fund dell’UE per l’Africa;
  • concordato di allargare a Ciad, Niger e Mali il dialogo con le autorita’ municipali al fine di favorire lo sviluppo di economie alternative;
  • concordato la costituzione di una “Task Force” ad alto livello  delle forze di sicurezza  che si riunirà a breve a Roma al fine di accrescere la cooperazione tra i Paesi membri della Cabina di Regia;
  • convenuto sulla necessità di un maggiore coinvolgimento di OIM e UNHCR con l’obiettivo di realizzare in Niger e Ciad e di migliorare in Libia i centri di accoglienza per migranti irregolari, coerentemente con il proprio impianto legislativo, con l’obiettivo di uniformarli agli standard umanitari internazionali e di implementare con il sostegno finanziario e tecnico dell’UE le politiche di rimpatrio volontario assistito con azioni concrete tese a convincere i Paesi di origine a collaborare a questo sforzo.

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