ROMANO PRODI A RADIORADICALE

Sarà un anno cruciale per l’Europa dice Romano Prodi in una lunga intervista aRadioRadicale per la trasmissione Spazio transnazionale.

Sull’uscita del Regno Unito dall’Europa, l’ex Presidente del Consiglio italiano e Presidente della Commissione Europea, afferma: “La Brexit è un treno in corsa, ma quest’anno, in un modo o nell’altro, dovrà arrivare a qualche stazione. Io personalmente non credo sia probabile la ripetizione di un referendum. Ritengo”, dice Prodi, “che la Brexit ci sarà, ma mi auguro che sia guidata. Ci rimetteremmomeno, diventerebbe meno dirompente, però il distacco mi sembra quasi inevitabile, anche se nel Regno Unito l’idea di ripetere il referendum diventa sempre più diffusa. Non riesco davvero a capire come un Paese così concreto nella politica possa ripetereun referendum che ha avuto una quota di votanti elevatissima e una decisione molto chiara.    

In merito alle trattative tra UE e UK, Prodi dice a RadioRadicale: “Negli ultimi tempi ho fatto molte critiche alla classe dirigente europea. Nelle trattative sulla Brexit mi aspettavo una Gran Bretagna unita, rispetto a un Europa divisa, è invece stato totalmente l’opposto: una Gran Bretagna divisa rispetto a un Europa unita. Io non rimprovero nulla all’Europa, concreta nelle proposte, ben coordinata da Michel Barnier, davvero una vera sorpresa.

Conseguenze economiche? “Penso a conseguenze molto negative per il Regno Unito, leggermente negative per l’Europa, però il segno meno varrà anche per noi, perché la Gran Bretagna è un grande mercato. Debbo anche dire, per esperienza diretta, che il Regno Unito è sempre stato un partner molto difficile, molto complicato. Non c’era un problema in cui non facessero valere l’eccezione europea. Durante tutti i miei anni alla presidenza della Commissione”, ricorda Romano Prodi, “trattare con la Gran Bretagna era sempre complicato e i media britannici si divertivano a deridere l’Europa, mettendone in evidenza il ridicolo. E il ridicolo in politica fa male. La verità e che la Gran Bretagna nel suo profondo ha sempre avuto l’alternativa, il rapporto con l’America, e nessun altro Paese europeo ha un’alterbativa simile”.

Sarà un anno elettorale per l’Europa. “Le prossime elezioni europee possono essere decisive o meno in base a come le prepariamo. Il Parlamento Europeo ha meno potere di qualsiasi altro parlamento, quindi le elezioni possono essere decisive se danno anche un segnale politico, di linea nuova e diversa negli organi di governo, cioè nella Commissione europea.

Prodi si dice certo che “i partiti populisti non faranno una strage, aumenteranno i loro voti, ma il governo dell’Europa sarà ancora in mano ai partiti tradizionali. Mi piacerebbe assistere ad una bella sfida, un bel confrontro tra centrodestra e centrosinistra. Questo avvicenderebbe molto gli elettori all’Unione europea.

L’ex Presidente del Consiglio fa anche una previsione “italiana” nella conversazione con RadioRadicale: “Vedrà prima o poi che anche Salvini entrerà nel Partito Popolare. Ricordo quando Helmut Kohl, pur attaccando fortemente Silvio Berlusconi, fece di tutto per averlo nel Partito Popolare, proprio per aver più forza in Europa. Succederà lo stesso con la Lega. Pensavo potesse accadere prima delle elezioni, ma a questo punto si verificherà dopo le elezioni, quando e se Matteo Salvini avrà consolidato i risultati elettorali”.

Prodi si è anche espresso sul giudizio fortemente negativo sulla classe dirigente rumena, espresso dal Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Junckeral via del Semestre Europeo a guida Romania. “È stato infelice, le regole sono precise, ogni Paese deve avere sei mesi di presidenza e chi capita, capita. La Romania è arrivata dopo, ha delle forti tensioni interne, ma diciamo che comunque il Semestre non è poi di importanza vitale. È cioè importante, ma è più un coordinamento dei lavori e delle procedure che non un artefice di iniziativa politica”.

L’Ex Presidente della Commissione Europea ha anche formulato un giudizio su Orban e il suo anti europeismo: “Questi nuovi leder sono proprio un disastro, diciamo la verità. Orban non ha memoria storica, non pensa minimamente ai grandi vantaggi che ha avuto l’Ungheria nell’Unione europea. Emerge”, conclude Romano Prodi, “un sentimento di autorità in tutto il mondo e questo mi preoccupa tanto…”.