di Gianni Vacchelli
Chi non conosce Dante Alighieri? Il sommo poeta, ma basta il Poeta con la p maiuscola, per antonomasia. Alighieri, cognome bellissimo alas gerere, l’aligero, il portatore di ali, non è necessario. Caso unico, probabilmente, nella letteratura di sempre, lo chiamiamo per nome: Dante. Perché? perché Dante è un poeta immenso, sublime e popolare, che parla ai dotti e ai semplici, ai grandi e ai piccoli, agli anziani, agli adulti, ai bambini. Dante è un genio di immaginazione, di rigore etico, di ricerca spirituale, ma è anche un amico e un compagno di viaggio: con lui attraversiamo la selva oscura. Chi di noi non si è trovato in una selva oscura? Ed ecco, il Poeta ci dà la certezza che il viaggio sarà sì difficile, arduo e periglioso, ma che riusciremo ad uscire a riveder le stelle.
1.1 Nel mezzo del cammin di nostra vita
1. 2 mi ritrovai per una selva oscura
1. 3 ché la diritta via era smarrita.
1. 4 Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
1. 5 esta selva selvaggia e aspra e forte
1. 6 che nel pensier rinova la paura!
1. 7 Tant’è amara che poco è più morte;
1. 8 ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
1. 9 dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte (If I,1-9)
Questo è l’inizio più celebre della letteratura occidentale, secondo forse solo a “In principio Dio creò il cielo e la terra”, la Bibbia come grande codice e giardino dei simboli dalla letteratura occidentale. Questi versi richiederebbero ore e ore di commento. Sottolineiamo solo alcuni aspetti per cogliere la grandezza infinita di Dante.
«Nel mezzo del cammin di nostra vita»: siamo in un viaggio e la prima parola in rima della Commedia è vita. Che cosa è fondamentale per te Dante, che cosa è il punto centrale del tuo viaggio? Risposta: la vita! Questo primo verso vuol dire: a 35 anni, come si dice nelle parafrasi, ma vuol dire molte altre cose, vuol dire anche nel centro del cammino della nostra vita, nel momento decisivo, nell’istante in cui capiamo qualche cosa e forse potrà voler dire anche nel Cristo, perché il centro del cammino per Dante è il Cristo, non figura solo confessionale ma uomo compiuto che sa amare e lottare per la giustizia.
«Mi ritrovai per una selva oscura»: mi smarrii dentro una selva oscura, come succede a ciascuno di noi, a ogni uomo e ogni donna nella sua vita, ma anche ritrovai me per, attraverso una selva oscura. La selva oscura diventa quindi un luogo di smarrimento ma anche di ritrovamento; e la selva oscura può essere tante cose: può essere stato l’esilio per il Poeta, può essere un momento di depressione per noi, può essere un momento di smarrimento esistenziale, può essere anche una discesa nelle nostre profondità e nel nostro inconscio. La selva oscura è un’immagine che continua a parlarci ed è un’immagine infinita. E, in qualche modo, Dante ci dice che, per quanto l’attraversamento di questa selva oscura sia pericoloso e terribile, dall’altra parte solo scendendo dentro questa selva oscura noi vi troveremo anche del bene, come detto nei versi successivi, e scopriremo nuove cose. Dante è maestro di luce e di attraversamento di ombre, per rinascere.
Dante è il padre della nostra lingua e della nostra letteratura, è l’italianità compiuta e realizzata, come potrebbe e dovrebbe essere, e la sua Commedia è mamma e nutrice come lui stesso dice dell’Eneide. Quindi abbiamo sempre più bisogno di Dante, Dante è sempre più attuale, perché ci provoca con la sua grandezza, con il suo pensiero, con i suoi valori e mette in crisi tanti aspetti problematici o non etici o inquietanti del nostro tempo. Le scene grandiose della Commedia sono innumerevoli. Forse la più commovente di tutte è l’incontro con il maestro nel primo canto dell’Inferno (If I, 62-80). In questo ideale abbraccio tra il più grande poeta dell’antichità (perché in Virgilio è contenuto anche il vertice omerico) e il più grande poeta della letteratura italiana ed europea abbiamo lo straordinario viatico di quello che potrebbe essere l’Europa, di quello che forse l’Europa deve ancora diventare. Ecco le radici dell’Europa, il suo passato, ma anche il suo presente e il suo futuro: perché in questo grande incontro i grandi valori, la grande bellezza, la grande arte europea confluiscono.