Nessuno sbarco di migranti in Italia nel mese di Agosto. Se i dati ufficiali del Viminale, pubblicati su lanuovaeuropa.it fanno gioire anche Paolo Mieli che giovedì, dalle pagine di Corriere.it, ha plaudito “alla diminuzione delle partenze dalla Libia”, c’è chi traduce questo drastico calo in allarme da non sottovalutare. Si tratta di Filippo De Loris, presidente di Medici senza Frontiere, voce tra le più qualificate in tema di migranti, che non ha lasciato spazio a dubbi: “Il fatto che persone in fuga da guerre e persecuzioni non abbiano chance di cercare rifugio in Europa attraverso vie legali e sicure è drammatico. Tirare un sospiro di sollievo non ha senso, perché questo risultato è stato ottenuto attraverso il blocco delle persone in un Paese che non riconosce i più elementari diritti umani”.
Pensieri fatti giungere al destinatario con una lettera, pubblicata sempre su Corriere, nella quale tra esempi concreti e ipotesi, il presidente di Medici senza Frontiere pone i lettori difronte ad una domanda: “è realmente positiva la svolta favorita da milizie ed ex capi mafiosi che, anche grazie alle iniziative delle autorità libiche ed europee, trovano oggi più conveniente intrappolare le persone nell’inferno della Libia, piuttosto che trarre profitto dall’organizzazione dei viaggi in mare?”.
In poche righe, De Loris, spiega dove e come muoiono oggi i migranti. “In Libia, luogo di assenza di legalità, detenzione arbitraria e violenza estrema, sono tanti gli esseri umani, di cui non si conosce la sorte”.
Medici senza frontiere ha provato sulla propria pelle l’impossibilità di agire in acque internazionali, portando De Loris ad avere “poca fiducia per la Guardia Costiera Libica che impedisce l’azione delle navi di soccorso umanitarie”.
Tra mille dubbi e ipotesi, una cosa è certa: “Forse nel Mediterraneo non si avrà una catastrofe umanitaria, ma il rischio è che questa si sposti altrove, un po’ più a Sud, lontano dai riflettori delle coscienze”.
© Riproduzione riservata