Non capita nel momento migliore la discussione in Senato della legge sullo ius soli. L’Italia è lacerata dalle polemiche sull’accoglienza dei migranti, molte comunità sono in grande difficoltà, l’opinione pubblica è divisa tra chi è per continuare a dare riparo e assistenza a decine di migliaia di persone e chi queste persone le ha ogni giorno sotto casa, per strada, nei giardini comunali.
Nella guerra di cifre – è in corso o meno un’invasione – qualche punto fermo è però possibile metterlo, partendo da dieci punti documentati che tracciano un quadro incompleto, ma rappresentante i pro e i contro di un tema così importante per qualsiasi società che abbia da pensare anche ai propri (moltissimi) cittadini in grave difficoltà. Eccoli.
1) Tra il 2000 e il 2010, raccontano le ultime statistiche delle Nazioni Unite, in Europa sono arrivati in media 1.200.000 immigrati su un totale di 500 milioni di abitanti dell’Unione. Fa poco più che lo 0,2% della popolazione complessiva. C’è stato un picco, quando solo nel 2015 ne arrivarono circa un milione esclusivamente in Germania, così come negli anni della crisi dell’euro gli sbarchi furono meno della metà e da due anni hanno invece ripreso con vigore.
2) Undici per cento. E’ la percentuale fornita dal parlamento Europeo sui 160.000 richiedenti asilo, presenti in Italia e in Grecia, che è stato ricollocata nell’Ue a fine aprile 2017 ai sensi del piano del Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
3) Quattro. Sono i migranti minori non accompagnati ricollocati, sempre a fine maggio del 2017, nei paesi europei che accettano l’adozione internazionale e attivano la bilateralità della giurisdizione comunitaria in tale materia. Si tratta di quattro minorenni eritrei, tutti maschi, finiti in Norvegia e nei Paesi Bassi. Il dato è fornito sempre dalle istituzioni europee, Parlamento e Commissione.
4) Tra gennaio 2011 e dicembre 2016 sono sbarcati in Italia 62.672 minori soli, provenienti principalmente da Eritrea, Egitto, Gambia, Somalia, Nigeria e Siria. Il loro numero è però cresciuto di sei volte tra il 2011 (4.209) e il 2016 (25.846) e mentre la loro percentuale sul totale degli arrivi era il 6% nel 2011, l’anno scorso ben 1 migrante su 6 sbarcato sulle nostre coste era un minore solo, come reso noto da Save the Children.
5) Sempre il rapporto Save the Children sottolinea una specifica vulnerabilità, che riguarda i cosiddetti minori “invisibili”, quelli che si potrebbero chiamare “fantasma”, che avendo come meta altri Paesi europei si rendono irreperibili al sistema di accoglienza e si riaffidano ai trafficanti, correndo gravissimi rischi. Una situazione che tra il 2011 e il 2016 ha riguardato la quasi totalità dei 22.586 minori soli di origine eritrea (11.251), somala (5.618), siriana (2.927) e afghana (2.790) sbarcati In Italia. Un dato terribile. I ladri di bambini.
6) Tre miliardi e 300 milioni di euro. Sono i costi, stimati dal ministero dell’Economia per l’accoglienza nel 2015, di cui tre miliardi di parte corrente. Queste cifre saranno destinate a salire.
7) Otto miliardi di euro. Sono i contributi Inps versati dai lavoratori stranieri nelle casse dell’Istituto di previdenza. L’Inps, sempre secondo gli ultimi dati disponibili del Tesoro, raccontati in un libro del Capo di gabinetto Roberto Garofoli, ha un attivo da questi contributi di 4,5 miliardi di euro a fronte delle pensioni erogate sempre in favore dei lavoratori non italiani.
8) L’imponibile totale generato dai redditi dei lavoratori stranieri in Italia è di 45,6 miliardi di euro (dati sempre del Tesoro del 2015) che ha generato 6,6 miliardi di euro di Irpef pagata. 9) Grazie all’azione diplomatica dell’Italia, c’è un solo paese che sta declinando ancora l’invito ad entrare nel gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia) blocco nazionalista anti-ricollocamenti dei migranti: è la Romania. Inutile dire l’impatto che avrebbe una saldatura totale dei paesi dell’Est Europa, da tempo contrari ad accogliere i rifugiati, tanto da finire, tre su quattro, sotto procedura d’infrazione europea per non aver rispettato i patti del piano Juncker. In questo caso l’informazione arriva direttamente a chi scrive da canali diplomatici e rappresenta una bella notizia.
10) Secondo i dati Unhcr, tra il 1 gennaio e il 31 maggio 2017 sono sbarcate in Italia 60.309 persone. Un dato significativamente superiore a quello dello stesso periodo del 2016, quando arrivarono 47.858 immigrati (+26%). Sempre lo scorso anno in Italia sono giunte oltre 180 mila persone. E in 5.022 hanno invece perso la vita nel Mediterraneo.
A questo punto ognuno può farsi un’opinione del fenomeno che comunque non si arresterà per decenni. Ma qualcosa si può già trarre da questo quadro.
L’Unione Europea e l’Italia con essa, sono il 7% della popolazione mondiale, producono il 25% del Pil globale e offrono il 50% della spesa di welfare planetaria. L’Europa è il miglior posto per vivere al mondo: senz’altro può attrezzarsi per fronteggiare questa emergenza. Così come l’Italia, lasciata ancora troppo sola dall’Unione nel gestire l’emergenza sbarchi, potrebbe fare un gesto umanitario bellissimo, esemplare: concedere la cittadinanza a tutti gli orfani che sono arrivati nel nostro paese e finiscono di nuovo nelle mani dei mercanti di uomini. Un paese come il nostro, con un tasso demografico in costante declino, non può temere nulla da queste migliaia di persone senza casa e famiglia.
© Riproduzione riservata