Su Unione e sfide delle grandi emergenze è intervenuta Emma Bonino, ex Ministro degli Esteri, Ministro del commercio internazionale e delle politiche europee nel Governo Prodi e vice Presidente del Senato. Secondo la Bonino si sta assistendo al passaggio «dalla crisi economica alla crisi dell’immigrazione e al terrorismo, alla crisi siriana, con l’Europa che non ha una posizione unitaria». Non si possono ottenere risultati se gli Stati membri non inizieranno ad abbandonare i nazionalismi ed avere una visione almeno a medio termine o, ancora, senza l’ipotesi di una intelligence comune, così come di una politica estera e di difesa, che sono per la Bonino determinanti e senza le quali «ogni azione sarà vana e non si potrà arrivare a compromessi che rendano almeno chiara la direzione che si vuole e si decide di seguire». A detta dell’ex ministro delle Politiche europee proprio in questo momento, che molti definiscono, uno dei peggiori per l’Europa, è necessario che i Capi di Stato si fermino, si riuniscano e capiscano che direzione seguire, perché «non c’è traccia, ad esempio, neanche dell’idea di una politica di integrazione comune dei rifugiati o di una politica dell’asilo comune».
Agli ascoltatori della radio la Bonino non ha nascosto il timore che «andando avanti passando solo da una crisi all’altra e da un’emergenza all’altra, non farà che indebolire l’intero progetto europeo. È importante agire per l’integrazione e non spinti dal riflesso nazionalista che non porterebbe a nulla e soprattuto occorre avere almeno uno visione comune». Non è impugnando le armi che si risolvono i problemi ma, come conclude la Bonino «con una proposta seria che possa risultare utile ai tavoli negoziali dove si risolvono davvero le crisi».