In concreto si sono registrati passi in avanti, tutti però da verificare nei giorni successivi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha lodato il lavoro svolto dall’Italia con la Libia e sottolineato come possa rapprentare un buon esempio da seguire. “Il messaggio che viene dall’incontro di oggi – ha detto invece il premier Paolo Gentiloni – è che mettendo in piedi una strategia comune si possono ottenere risultati”. Macron ha sottolineato come l’intervento nel Mediterraneo vada “europeizzato” perché ai migranti non ci può pensare un solo paese.
I capi di stato e di governo decidono di lavorare insieme per tentare di rinforzare la cooperazione con i paesi di origine allo scopo di fronteggiare le cause fondamentali, prevenire le partenze e migliorare la capacità di rimpatrio dei migranti clandestini nel loro paese di origine, nonché per consentire una migliore applicazione dei patti sulle migrazioni già esistenti. Potrebbero essere ideati nuovi mezzi per intensificare e facilitare i rimpatri volontari e la reintegrazione, oltre quelli già esistenti a livello nazionale, europeo e internazionale, come il rafforzamento dell’integrazione socio-economica dei migranti che rientrano nella loro comunità di origine.
– Verso il Niger e il Chad.
La Germania, la Spagna, la Francia e l’Italia come l’UE ribadiscono la loro determinazione a contenere i flussi d’immigrazione irregolare molto prima che raggiungano la Libia. Questi paesi accolgono con favore la cooperazione del Niger e del Chad nell’affrontare le sfide poste dalla migrazione irregolare e dalla tratta di esseri umani. Conformemente alla Dichiarazione sulla solidarietà e la sicurezza adottata a Roma il 6 luglio 2017, e insieme all’UE, la Germania, la Spagna, la Francia e l’Italia intendono continuare a supportare questi paesi nello sviluppo delle loro competenze in questo ambito:
– Sostenere la presenza crescente di strutture governative nel nord del Niger e del Chad, consentendo di migliorare la loro capacità di soccorrere gli individui in pericolo nel deserto;
– Rafforzare i programmi in vigore che mirano a migliorare il controllo del confine settentrionale con la Libia.
– Verso la Libia.
In accordo con l’Unione Europea, Germania, Spagna, Francia e Italia continueranno a migliorare la cooperazione economica con le comunità locali che si trovano sulle rotte migratorie, soprattutto nella regione di Agadez e in Libia, per creare delle fonti di guadagno alternative, accrescere la loro resilienza e renderle indipendenti dalla tratta di esseri umani. A tal proposito, il progetto italiano di cooperare con 14 comunità locali sulle rotte migratorie in Libia è particolarmente tempestivo, così come i progetti finanziati dai fondi fiduciari dell’UE per l’Africa. La lotta contro la tratta di esseri umani e la creazione delle condizioni necessarie a cambiare il modello economico delle comunità locali in Libia, così da renderlo sostenibile a livello umanitario e sociale, sono gli obiettivi fondamentali dalla nostra strategia condivisa. Germania, Spagna e Francia sono pronte a sostenere questo approccio.
I capi di stato e di governo e l’alto rappresentate/Vicepresidente sottolineano che è importante anche rinforzare le possibilità di controllo delle frontiere a sud della Libia e migliorare la cooperazione con Niger, Chad e altri paesi africani come il Mali. Per questo, sostengono il progetto guidato dall’Italia in collaborazione con la Commissione europea per potenziare la gestione integrata delle frontiere e delle migrazioni in Libia. Inoltre, sostengono l’attuazione dell’Accordo di pace siglato a Roma il 31 marzo 2017 dalle tribù del sud della Libia, che rappresenta un ulteriore strumento per la lotta contro i traffici illegali nella regione.
Gli sforzi tesi a scoraggiare le migrazioni irregolari in mare devono essere accompagnati da misure destinate a migliorare la tutela dei diritti dell’uomo e le condizioni di vita dei migranti in Libia.
Germania, Spagna, Francia e Italia, insieme all’UE, forniranno maggiore sostegno al lavoro prezioso svolto da UNHCR e OIM in Libia al fine di allestire un’infrastruttura umanitaria per i rifugiati e i migranti. Incoraggiano il Governo di unità nazionale a intensificare la sua cooperazione con UNHCR e OIM in Libia, per agevolare, rispettando le norme rigide, la situazione dei migranti nel paese, in particolare di quanti vengono soccorsi dalla guardia costiera libica. Ciò significa dotarsi di strutture che soddisfino gli standard umanitari adeguati, incoraggiare attivamente il ritorno volontario dei migranti nel paese di origine e organizzare il reinserimento di quanti necessitano di protezione.
I capi di stato e di governo sono contenti degli sforzi fatti dal governo di unità nazionale per controllare le acque territoriali, potenziando anche la tutela della vite umane e indebolendo il modello economico fondato sulla tratta di esseri umani. Riconoscono che è importante equipaggiare e formare in maniera adeguata la guardia costiera libica, con particolare attenzione alla tutela dei diritti umani.
L’UE proseguirà nell’attuazione di un approccio politico coerente e integrato ai paesi confinanti a sud della Libia, così da sostenere le iniziative in vigore nell’ambito della gestione delle frontiere e dei flussi migratori, ricorrendo a tutti gli strumenti a sua disposizione (diplomazia, sviluppo e sicurezza). L’UE ha aumentato i propri sforzi per contribuire alla gestione delle migrazioni da parte delle autorità libiche, in particolare al confine meridionale.
– In mare e all’interno dell’UE.
Il salvataggio in mare resta una priorità. Germania, Francia, Spagna e l’AP/VP sono soddisfatte dalle misure adottate dall’Italia, stato membro in prima linea sulla rotta del Mediterraneo centrale, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Il codice di condotta in materia di operazioni di salvataggio in mare rappresenta un progresso vantaggioso che permette di migliorare l’organizzazione e l’efficacia dei salvataggi. I capi di Stato e di governo chiedono a tutte le ONG operanti nella zona di firmare il codice di condotta e di rispettarlo.
Germania, Spagna e Francia intendono portare avanti il loro sostegno all’Italia, soprattutto intensificando le rilocalizzazioni e fornendo il personale necessario a Frontex e all’ufficio europeo di sostegno per l’asilo.