di Martina Ciai
I bambini sono la generazione di serie A dell’Europa del domani. Non molto tempo fa il premio Oscar Roberto Benigni diceva: “Nelle fiabe non si insegna ai bambini che esistono i draghi, quello lo sanno già, si insegna ai bambini che i draghi si possono sconfiggere”. Una lezione da capire e da fare propria: le battaglie si possono vincere, magari solo alcune, la sconfitta non risiede nel perderle ma nel non combatterle affatto.
L’associazione La Nuova Europa, da tre anni impegnata nella Scuola d’Europa a Ventotene, rivolta ai giovani liceali, per la prima volta ha esteso il progetto ai bambini della scuola Altiero Spinelli, per lanciare un messaggio importante: la conoscenza e la cultura sono le armi con le quali si combattono le battaglie di oggi.
Ognuno di noi appartiene a qualcosa, che non sia solo la famiglia, il gruppo di amici o la nazione. Il sentimento di appartenenza, tuttavia, ha una doppia faccia ed è quello che oggi viene portato all’esasperazione da alcune nazioni europee per giustificare atteggiamenti protezionisti e nazionalisti. La ricerca del consolidamento di una forte identità nazionale sociopolitica sembra caratterizzare molti discorsi dell’Europa populista che costruisce il senso della collettività per alimentare la battaglia della politica dell’identità. Nasce da queste politiche la necessità di creare categorie costruite all’interno delle persone di modo che possano diventare socialmente consapevoli della propria identità e distaccarsi da coloro che vengono esclusi da tali categorizzazioni.
Nell’ambito della cultura europea è fondamentale cercare di non cadere in questa trappola dell’odio e della xenofobia. Piuttosto, durante la battaglia, è consigliabile rimanere in trincea e studiare un piano che possa funzionare. È con questo spirito che bisogna iniziare dal principio, dai bambini. Il progetto della Nuova Europa nella scuola di Ventotene mira a invertire la rotta del sentimento di appartenenza e a dare la possibilità ai bambini e ai ragazzi di sentirsi parte di una comunità: quella europea.
Per funzionare, una comunità ha bisogno che tutti i suoi membri siano non solo consapevoli, ma anche contenti e orgogliosi di farne parte. La cultura europea, la storia del ‘900 vengono spesso trascurate nei programmi scolastici, soprattutto nel percorso di scuola primario. La cultura europea e il concetto di cittadinanza rimangono temi importantissimi per il bambino, a partire dal suo primo approccio scolastico. Questi temi devono diventare per lui conoscenza acquisita prima che raggiunga le classi del liceo.
I bambini hanno un atteggiamento ludico della realtà, è importante coinvolgerli non solo con grandi discorsi ma con immagini e tecniche che possano stimolare il loro apprendimento e divertimento.
Con la cultura dell’Unione si è partiti dal mito greco di Europa che cavalca un grande toro bianco e si è arrivati a spiegare l’Unione economica dell’euro con le monete che gli stessi bambini portavano nelle tasche. Il risultato è stato un gran successo perché i bambini di Ventotene si sono sentiti coinvolti, ascoltati e hanno capito il significato di Europa.
L’Europa è il futuro, così come il futuro risiede nelle menti dei bambini che frequentano le scuole elementari e medie. Parlare d’Europa ai bambini è importante perché loro possano riconoscere le esperienze degli altri ed elaborare le proprie emozioni a riguardo, nel raccontare l’Europa il bambino si ritrova ad immaginare la storia, anche quella drammatica delle guerre del ‘900, e la sua percezione dell’Europa diventa più completa.
Rivolgendosi a lui come cittadino europeo, egli imparerà a riconoscere i valori presenti nel processo storico di costruzione dell’Unione, e imparerà a riconoscerne anche il messaggio e le opportunità. Raccontare l’Europa ai bambini è una missione di tutti i cittadini europei, che deve essere portata avanti nelle scuole ma anche nelle famiglie, da tutti coloro che scelgono la via della solidarietà e della condivisione, e da tutti coloro che combattono al nostro fianco la battaglia per un’Europa migliore.