L’indagine ha esaminato le opinioni dei cittadini sui partiti politici nuovi ed emergenti. Tra il 2013 e il 2018, oltre 70 nuovi partiti e alleanze politiche sono emersi negli Stati membri dell’Ue, alcuni dei quali hanno partecipato con successo alla protesta contro l’establishment politico. Quando viene chiesto di posizionarsi su una serie di dichiarazioni su questi nuovi partiti e movimenti, la maggioranza degli europei li percepisce piuttosto positivamente. La metà degli intervistati, riporta Eunews, non considera tali partiti o movimenti una minaccia per la democrazia, mentre il 38% pensa che lo sarebbero. Il 70% dei cittadini intervistati ritiene che il semplice “essere contro” a qualcosa non sarebbe sufficiente e non migliorerebbe nulla, ma appunto il 56% crede che nuovi partiti e movimenti possano portare cambiamenti reali, mentre il 53% dei cittadini è d’accordo sul fatto che potrebbero trovare nuove soluzioni migliori rispetto all’istituzione politica. La rilevazione è stata fatta lo scorso aprile da Kantar Public su 27.601 cittadini dei 28 Stati membri, e rivela che il 60% di loro ritiene che l’appartenenza del proprio Paese all’Ue rappresenti una “cosa positiva”. Inoltre, più di due terzi degli intervistati è convinto che il proprio Paese abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’UE. Questo è il punteggio più alto mai registrato dal 1983.
Le percentuali in Italia, dove sta nascendo un governo pentaleghista guidato da Giuseppe Conte, sono più basse, anche se in aumento rispetto a sei mesi fa. Il 39% degli italiani intervistati ha risposto che l’appartenenza dell’Italia all’Ue è una cosa positiva, 3 punti in più rispetto allo scorso novembre. Ma l’Italia resta la terzultima in Europa, seguita solo da Croazia, al 36 per cento, e Repubblica ceca, 34 per cento.
E così, anche se il 44% degli italiani sostiene che l’Italia abbia tratto beneficio dall’appartenenza all’Ue, ci scopriamo tra i più sovranisti d’Europa. All’improvviso, il voto del 4 marzo viene confermato dai sondaggi successivi.