I capi di stato e di governo decidono di lavorare insieme per tentare di rinforzare la cooperazione con i paesi di origine allo scopo di fronteggiare le cause fondamentali, prevenire le partenze e migliorare la capacità di rimpatrio dei migranti clandestini nel loro paese di origine, nonché per consentire una migliore applicazione dei patti sulle migrazioni già esistenti. Potrebbero essere ideati nuovi mezzi per intensificare e facilitare i rimpatri volontari e la reintegrazione, oltre quelli già esistenti a livello nazionale, europeo e internazionale, come il rafforzamento dell’integrazione socio-economica dei migranti che rientrano nella loro comunità di origine.
Ed ecco, sempre secondo la bozza dell’HuffPost, il piano europeo per la Libia.
L’UE proseguirà nell’attuazione di un approccio politico coerente e integrato ai paesi confinanti a sud della Libia, così da sostenere le iniziative in vigore nell’ambito della gestione delle frontiere e dei flussi migratori, ricorrendo a tutti gli strumenti a sua disposizione (diplomazia, sviluppo e sicurezza). L’UE ha aumentato i propri sforzi per contribuire alla gestione delle migrazioni da parte delle autorità libiche, in particolare al confine meridionale.
Se a queste intenzioni, che prevedono anche un sostegno all’Italia e un rafforzamento del Frontex, si aggiungono le dichiarazioni della Cancelliera Angela Merkel, secondo cui deve essere rivisto l’accordo di Dublino che tanti problemi ha causato al governo di Roma, se ne trae un quadro confortante, dove finalmente l’Europa prende atto concretamente della situazione nel Mediterraneo. In buona sostanza, secondo i pre-accordi, operando nelle regioni del lago Ciad e del Niger, da cui arrivano la maggior parte dei migranti, l’Unione Europea e i paesi dell’Ue tenteranno di riportare sulla terra africana i confini e non più nel Mare Mediterraneo.