Porte in faccia all’Italia sui migranti, proprio mentre l’Onu prevede un aumento degli arrivi e si accende uno scontro diplomatico tra Roma e l’Austria che ha addirittura blindato i suoi confini. La miccia di una situazione che rischia ormai di diventare esplosiva, con effetti ancora più pericolosi rispetto alla crisi dell’euro, l’hanno accesa ieri altri due paesi fondamentali per l’Unione. Francia e Spagna si sono infatti dette contrarie all’idea di permettere lo sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale nei loro porti. La notizia è un doccia fredda sulla presunta intesa raggiunta a Parigi tra i tre ministri degli Interni e conferma che a Tallin, mercoledì e giovedì, il nodo più difficile da sciogliere all’incontro informale dei ministri dell’Interno Ue sarà proprio l’ipotesi di far sbarcare gli immigrati soccorsi in porti di altri Paesi Ue. Difficoltà si registrano anche sulla questione delle risorse per il Fondo fiduciario d’emergenza dell’Unione europea per la stabilità e la lotta contro le cause profonde della migrazione, al quale per il momento, gli Stati membri hanno versato solo 89 milioni di euro. Mentre la Commissione Europea – si è registrato anche un diverbio tra il suo presidente Jean Claude Juncker e il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani – è al lavoro per limare nuove proposte e il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la linea della fermezza (rifugiati bellici sì, migranti economici no) dall’Onu arrivano notizie non incoraggianti. Le Nazioni Unite non prevedono un calo del flusso misto di migranti e rifugiati che giungono in Europa via mare: “le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento degli arrivi in Libia, il che significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale”. Lo ha detto l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, ricordando che dall’inizio dell’anno 84.830 migranti e rifugiati sono giunti in Italia via mare con un aumento del 19% rispetto all’anno scorso. In tutto, secondo l’Oim, da inizio anno nel Mediterraneo sono arrivati oltre 100.000 persone.

Sullo sfondo resta la grande preoccupazione del governo. “L’iniziativa italiana ha prodotto dei primi risultati – ha detto il premier Paolo Gentiloni – e mi auguro che generino effetti concreti. L’Italia intera – ha aggiunto – è mobilitata per far fronte ai flussi e chiede una condivisione Ue che è necessaria se si vuole tener fede alla propria storia e ai propri principi. E’ necessaria per l’Italia per evitare che i flussi diventino insostenibili alimentando reazioni ostili nel nostro tessuto sociale”. A leggere le dichiarazioni del ministro degli Interni, Marco Minniti, il più determinato dell’esecutivo, siamo già abbastanza vicini all’insostenibilità.