La ripresa non è per tutti. Lo certificano due istituti autorevoli come Istat e Antitrust. Cominciamo dall’Istat. ”La ripresa, a causa dell’intensità insufficiente della crescita economica, stenta ad avere gli stessi positivi diffusi all’intera popolazione”. Lo ha fatto notare il presidente dell’Istat Giorgio Alleva, nella presentazione del Rapporto annuale 2017. “L’indicatore di grave deprivazione materiale, che rileva la quota di persone in famiglie che dichiarano di sperimentare almeno quattro sintomi di disagio su un insieme di nove, risale nel corso del 2016 all’11,9% (dall’11,5% del 2015), con punte più elevate per le famiglie in cui la persona di riferimento e’ in cerca di occupazione o ha un’occupazione part time. Particolarmente critica la condizione dei genitori soli, soprattutto con i figli minori, e quella dei residenti nel Mezzogiorno”. Secondo l’Istat le famiglie di impiegati hanno risentito meno di altri gli effetti della crisi, mentre le più colpite sono state le famiglie con stranieri.
E alla crescita delle diseguaglianze e al ruolo che l’Antitrust può avere nel combatterle è dedicata parte della Relazione Annuale del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella. Il presidente dell’Autorita’ mette in guardia contro le spinte protezionistiche. La concorrenza è un’arma efficace per ridurre le diseguaglianze poiché applicandola diminuiscono le rendite monopoliste e aumenta la possibilità di scelta dei consumatori, compresi quelle delle fasce più deboli. L’indebolimento della concorrenza nei mercati nazionali avrebbe l’effetto di “aumentare le rendite monopoliste, riducendo le possibilità di scelta dei consumatori, innalzando i prezzi di numerosi beni, disincentivando l’innovazione, favorendo il ‘crony capitalism'” o capitalismo clientelare, avverte Pitruzzella. Non a caso l’Antritrust ha ‘riscoperto’ l’abuso per prezzi eccessivi, prassi “dimenticata” ma che ha portato a una sanzione da 5 milioni al colosso farmaceutico Aspen che aveva alzato del 1.500 per cento i prezzi degli anti-tumorali. L’Antitrust nell’ultimo anno non ha certo fatto sconti. Dal gennaio 2016 alla fine dello scorso aprile ha irrogato sanzioni per 306 milioni, in crescita del 21% rispetto all’analogo periodo del 2015 quando le multe erano state pari a 253 milioni. Anche le multe sono un modo per far diminuire le diseguaglianze.
E sui divari sociali ci aveva visto lungo Adriano Olivetti, quando aveva parlato del rapporto che sempre dovrebbe esserci tra i compensi dei vertici aziendali e la retribuzione dei dipendenti: ‘Nessun dirigente, neanche il più alto in grado’ diceva ‘deve guadagnare più di 10 volte l’ammontare del salario minimo’. E invece la retribuzione odierna dei top manager negli Usa e in Europa ormai vale 500 volte il salario medio degli operai: 10 milioni di euro l’anno contro 20mila”.